Nessun cambio di passo, il Ministro Speranza gela (ancora) ogni speranza
Il titolare della Salute conferma le restrizioni fino a tutta Pasquetta. Aprendo però un fronte nella maggioranza, con Lega e parte del Pd che spingono per le riaperture in zona gialla
Nessun cambio di passo nella strategia anti-Covid. Com’era prevedibile, il neo-Governo di Mario Draghi confermerà in blocco le attuali restrizioni almeno fino a tutta Pasquetta. Se qualcuno si era illuso del contrario, ci ha pensato – as usual – il Ministro nomen omen della Salute Roberto Speranza a riportarlo alla realtà. Aprendo peraltro un primo, importante fronte all’interno del neonato esecutivo.
Nessun cambio di passo sulle restrizioni
«Non ci sono le condizioni epidemiologiche per abbassare le misure di contrasto alla pandemia, siamo all’ultimo miglio e non possiamo abbassare la guardia». Così, in Senato, il titolare della Sanità ha anticipato l’intenzione governativa di proseguire lungo la direttrice tracciata dall’esecutivo Conte-bis.
In realtà, obiettivamente era difficile ipotizzare una svolta. L’insediamento di SuperMario è infatti troppo recente e, soprattutto, la campagna vaccinale sta procedendo troppo a rilento – con un notevole contributo delle industrie farmaceutiche.
Inoltre, l’ex Governatore della Bce sa di giocarsi molto sulla gestione della crisi sanitaria. Che parrebbe poi il motivo per cui al supercommissario Domenico Arcuri ha riservato numerose stoccate, senza però dargli ancora il benservito. Preferendo aspettare la scadenza del suo mandato, a fine marzo.
Lo scontro interno alla maggioranza
Le comunicazioni dell’esponente di LeU, però, si scontrano con gli auspici di buona parte degli azionisti di maggioranza dell’economista romano. A cominciare dal segretario del Carroccio Matteo Salvini, che poche ore prima aveva incontrato proprio il Premier per discutere di riaperture, almeno nelle zone gialle.
Proposta che aveva trovato d’accordo anche esponenti del Pd come Stefano Bonaccini, Governatore dell’Emilia-Romagna. Secondo cui, «laddove nel territorio non si hanno troppi rischi di contagio» si dovrebbe valutare la possibilità «di dare ossigeno a qualche attività».
In merito, il Capitano aveva parlato di «sintonia con il Presidente Draghi», che però in questo è estremamente sornione. Per dire, anche Agostino Miozzo, coordinatore del Cts e sostenitore della linea della prudenza, uscendo dall’ultima riunione chigiana ha dichiarato che «siamo stati ascoltati con attenzione».
In effetti, sembrerebbe essere questo il modus operandi dell’ex numero uno della Banca Centrale Europea, che ascolta tutti e poi decide in totale autonomia. Magari smentendo anche le indiscrezioni di stampa, come quelle che sussurravano dell’abbandono degli odiati Dpcm per rispolverare i Decreti legge.
Da via Lungotevere Ripa, però hanno smentito anche questa sterzata. «Il prossimo Dpcm varrà dal 6 marzo al 6 aprile, e la bussola sarà la salvaguardia del diritto alla salute».
Nessun cambio di passo, dunque, neanche minimo, nonostante il pungolo del leader della Lega. Che ha garantito che «al Governo farò di tutto perché ci siano segnali di ritorno alla vita».
In effetti, la miglior medicina sarebbe proprio la fiducia – e occorre prestare grande attenzione alla terminologia. Perché sbaglieremmo, ma dubitiamo vi fosse il benché minimo riferimento al Ministro libero e uguale nella diffusa richiesta a Palazzo Chigi di ridare… speranza agli Italiani.