Nicola Zingaretti ha evitato disastro del Pd, ora serve iniziativa e slancio
Nicola Zingaretti ha risollevato le sorti del Pd con le sue capacità di mediazione e di conciliazione, ma ora serve nuovo smalto al partito
Nicola Zingaretti e l’attuale situazione politica.
Conte ha rinviato a settembre l’approvazione del Mes, il Pd che è un partito filo-europeista vorrebbe approvarlo subito. Conte però non può perché se lo facesse votare a metà luglio, cadrebbe il governo. In sostanza non ha abbastanza voti al Senato per poterlo fare. Ci sono almeno una decina di grillini che voterebbero contro. Da qui nascono le fibrillazioni del governo.
C’è po un’altra questione che è quella legata alla leadership di Nicola Zingaretti: si tratta di una figura conciliatrice. C’è chi vorrebbe cambiare segretario del Partito Democratico e così indebolire la segreteria attuale in vista delle elezioni di settembre. Questo perché con un nuovo segretario diversi ex o potenziali leader potrebbero rientrare nel Pd. Ad esempio Matteo Renzi, il quale pensa che se entrasse Bonaccini, dato che l’esperimento Italia Viva è pressoché fallito, (o mai nato) lui con un segretario diverso avrebbe nuove opportunità politiche. Questi in generale sono i calcoli che alcuni esponenti stanno facendo all’interno del Partito Democratico.
Questa dinamica spiega anche i numerosi attacchi a Zingaretti: per un certo periodo ha avuto un ruolo di mediatore e ha permesso la pace all’interno delle varie correnti del partito. Non è un personaggio divisivo, e ha portato il Pd oltre quel famoso 18%. Il Pd è un partito ancora “vecchio stampo”, con correnti strutturate tra le quali è importante garantire pace interna, e lui è l’unico che riesce a farlo. Conseguire un risultato del 20-22% per un partito in cui il leader è contestato, indebolito da scissioni, la ripresa è notevole.
Il Pd è ancora in carreggiata anche grazie a Zingaretti ma ora serve nuovo slancio: iniziativa, audacia, smalto.