No alle sigarette elettroniche per i minorenni
Dopo il boom delle vendite a Roma, ieri l’ordinanza di Renato Balduzzi, Ministro della Salute
Dopo il boom delle vendite a Roma arriva l’ordinanza del Ministro della Salute, Renato Balduzzi, che pone il divieto di vendita delle e-cig (abbreviazione di e-cigarettes/sigarette eletrroniche) con presenza di nicotina, dai 16 ai 18 anni.
Quest’ordinanza, che modifica quella dello scorso settembre e che entrerà in vigore il 23 aprile 2013 fino al 31 ottobre 2013, si mette in paro con le norme del ‘Decreto Balduzzi’, che dal 1 gennaio scorso hanno imposto la vendita dei prodotti del tabacco ai soli maggiorenni.
In attesa di una regolamentazione, anche in sede europea, il Ministro Balduzzi spiega che è stato applicato “il principio di precauzione”, dal momento che l’ISS, Istituto Superiore di Sanità, “ha dimostrato che le sigarette elettroniche contenenti nicotina possono provocare effetti dannosi sulla salute, anche con un uso moderato, soprattutto per i giovani”.
L’ordinanza resterà in vigore fino al nuovo parere del Consiglio Superiore della Sanità, che dovrà stabilire e dichiarare se il liquido da inserire nelle sigarette elettroniche possa essere classificato come ‘medicinale per funzione’, ovvero se sia una sostanza con azione farmacologica che può essere somministrata all’uomo, nonostante il commercio di sigarette elettroniche non sia destinato a questa funzione.
Divieto accolto senza repliche anche dai produttori: secondo loro la sigaretta elettronica è solo un’alternativa al tabacco, non una cura, ma poiché quella da nicotina è una vera dipendenza, è bene vietare l’uso di qualsiasi prodotto ai minorenni.
L’Anafe, Associazione nazionale fumo elettronico, ha infatti dichiarato di apprezzare l’interesse del Ministero della Sanità al tema, ma tramite Massimiliano Mancini, Presidente dell’Associazione, ha rilanciato al governo la proposta di un tavolo di discussione per valutare con la massima precisione costi e benefici del prodotto elettronico.
LE SANZIONI – Per chi disattendesse l’ordinanza e vendesse prodotti del tabacco anche ai minori di 18 anni, le sanzioni previste sono le stesse del ‘Decreto Balduzzi’.
La prima violazione comporta quindi una sanzione che va da un minimo di 250 euro a un massimo di 1.000.
Dalla seconda violazione in poi, la sanzione si fa più gravosa: non solo si va da un minimo di 500 euro a un massimo 2.000, ma c’è anche il rischio della sospensione per tre mesi della licenza che autorizza l’esercizio dell’attività.
ASSENZA DI REGOLE – Roberta Pacifici, responsabile dell’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’ISS, si è espressa con favore rispetto alla decisione del Ministro Balduzzi.
In assenza di una regolamentazione del settore, richiesta a gran voce, la Pacifici ha precisato che bisogna assumere “un atteggiamento prudenziale. Non possiamo di certo dire che questi siano prodotti innocui. E poi è ancora da appurare la pericolosità degli aromi che vengono utilizzati, e l’effetto della vaporizzazione sui polmoni”.
Secondo la responsabile Pacifici, è inoltre necessario “fare un discorso di rapporto rischi-benefici: se un giovanissimo inizia a fumare le sigarette elettroniche è senz’altro un danno; se lo fa un fumatore accanito che sostituisce le tradizionali ‘bionde’ con i vaporizzatori, allora per lui sarà un beneficio. Per ora è assolutamente giusta la decisione di Balduzzi, perché risponde a un principio di prudenza”.
Inoltre, già il 5 marzo, il Ministro Balduzzi si era rivolto all’Unione Europea per richiedere una regolamentazione adeguata circa la vendita delle sigarette elettroniche. “La loro diffusione – aveva dichiarato in una nota il Ministro – è contraria a qualsiasi sforzo per disincentivare la moda dell’uso delle sigarette, anche perché possono essere usate per aggirare i divieti, sia sulle aree smoke free che sui minori, e poi perché possono contenere nicotinoidi”.
Bisogna anche fronteggiare il problema dall’enorme varietà di marchi di e-cig in commercio: l’unica cosa che accomuna i dispositivi elettronici è il funzionamento.
Agostino Macrì, consulente per i problemi di Sanità Pubblica dell’Unione Nazionale Consumatori, ha dichiarato che il loro obiettivo “è quello di eliminare o ridurre fortemente il ritorno al fumo. Per questo, bisogna fornire ai consumatori informazioni corrette”. Invece mancano chiarezza e trasparenza secondo Macrì. “Ad esempio – ha continuato – quante se ne possono fumare? E dove? Manca l’etichettatura e la dose di nicotina al momento è libera”.
In riferimento alle sostanze contenute nei liquidi di ricarica, infatti si sa solo che non sono tossici per l’uso alimentare, ma i danni che potrebbero arrecare al sistema respiratorio e cardio-circolatorio, se inalati, sono ancora sconosciuti.
BOOM DI E-CIG – E’ in espansione il commercio di sigarette elettroniche.
Si attesta che circa un milione di italiani abbia deciso di sostituire le tradizionali sigarette con i vaporizzatori di fumo.
Secondo l’Anafe, i rivenditori di sigarette elettroniche in tutta Italia sono circa 2.000, stima che è in continuo aumento e potrebbe arrivare a contare entro il 2013 una vendita di questi prodotti che si aggiri intorno al mezzo miliardo di euro, tra acquisto della sigaretta, del kit e delle ricariche.
A Roma, negozi di e-cig aprono in continuazione.
Se ne trovano ovunque, nessuna zona è lasciata scoperta.
La mancanza di una regolamentazione chiara ed inequivocabile può però comportare rischi, come quello di una vendita di sigarette elettroniche non conformi alla normativa CE.
È avvenuto in un negozio vicino alla stazione Termini, dove vennero sequestrate circa 150 sigarette elettroniche.