No Ztl, sabato 21 Ottobre, si manifesta a Roma per non morire
Il progetto “Città in 15 minuti” della giunta Gualtieri, con l’attivazione delle nuove Ztl, rischia di essere un boomerang contro i cittadini
Fermare le zone ZTL che rischiano di minare la mobilità dei romani, è ormai un imperativo per i cittadini della Capitale. Una manifestazione apartitica che sabato 21 ottobre alle ore 15 partirà da Piazza Vittorio a Piazza Venezia, tragitto autorizzato, ma c’è chi mira ad arrivare in Campidoglio.
La protesta organizzata e promossa fra gli altri da Angelo Distefano, Presidente dell’Associazione partite iva Italia, dall’imprenditore Andrea Bova e da Simona Boccuti, Presidente de ‘’Il popolo delle mamme’’, vuole coordinare il dissenso che serpeggia negli abitanti. La nuova mobilitazione contro la Ztl verde proposta a Roma dalla giunta Gualtieri, viaggia sui social e intende fare rumore.
Ad animare la convocazione inoltre troviamo i gruppi online come “Fermiamo la Ztl in fascia verde” che diffonde lo slogan “non fare lo struzzo, no Ztl”, i sostenitori della petizione da oltre 120mila adesioni lanciata dal consigliere della Lega Fabrizio Santori, i Liberisti italiani, i portavoce dei movimenti Popolo produttivo.
Gualtieri, ministro delle tasse prima e sindaco della Ztl Fascia Verde ora, dovrà farci i conti. Il popolo non ha intenzione d’indietreggiare e intende protestare ogni fine settimana a venire. Gli organizzatori non prendono neanche in considerazione il rinvio di un anno della ‘Ztl Fascia Verde’ che penalizzerebbe le vetture, incluse le euro 5. Queste decisioni a loro parere dovrebbero essere abolite in maniera definitiva.
Non tutti i comitati spontanei No-Ztl hanno aderito alla convocazione: ad esempio tra i promotori del gruppo Fb “Comitato firme contro i varchi Ztl”, che ha raccolto oltre 30mila firme per presentare un’iniziativa popolare in Assemblea Capitolina, la strada vincente resta quella di entrare nell’Aula consiliare in Campidoglio grazie alle 31.337 firme raccolte e protocollate l’8 settembre.
La città dei 15 minuti
Il progetto città in 15 minuti della giunta Gualtieri volto, in teoria, a riqualificare il territorio, rischia di essere l’ennesimo boomerang che discrimina i cittadini, calpestando i diritti costituzionali inviolabili della mobilità e della libertà individuale. Un modello che può funzionare in Cina, ma che scricchiola in una vera democrazia. Perché non va dimenticato che agli eventuali vantaggi s’intreccerebbero i divieti, insopportabili sempre, e, ancora di più, in una città sporca e ferita, oltraggiata da politiche cieche che la stanno affossando giorno dopo giorno.
Per questo il quartiere singolo in 15 minuti, più che una comunità completa per un ritorno a uno stile di vita locale, diventerebbe un ghetto. Tutto questo risulta molto pericoloso in mano a chi ha appoggiato il green pass, rivelando una naturale propensione e un piacere sospetto nell’ emarginare chi non si piega a logiche bieche e nel limitare gli spostamenti degli individui.