“Noi ce la siamo cavata”: trent’anni dopo, il remake del film cult di Lina Wertmuller
Il film-documentario racconta la vita degli ex alunni di Paolo Villaggio, nel film “Io speriamo che me la cavo” di Lina Wertmuller
Un film-documentario che racconta come è cambiata la vita di quei ragazzi, originari di un territorio difficile, complicato. Un territorio alle prese con problematiche difficili da debellare, che lasciano poco spazio ai sogni, alle possibilità. Alla vita.
Dopo trent’anni tornano Vincenzino, Peppiniello, Raffaele, Totò. E tutti gli altri. Tutti gli ex alunni del maestro Sperelli, Paolo Villaggio, protagonisti del film “Io speriamo che me la cavo“, film cult di Lina Wertmuller del 1992, tratto dall’omonimo best seller di Marcello D’Orta.
Il film, ambientato nell’immaginaria città di Corzano, raccontava le vicende di un maestro di scuola elementare, trasferito al sud a causa di un errore burocratico.
L’insegnante dovrà fare i conti con una realtà difficile e assai problematica, con bambini che non frequentano la scuola in virtù di ingenti difficoltà economiche e sociali. Tra una peripezia e l’altra, frutto di una realtà aspra e controversa, il docente saprà amare e farsi amare dalla sua classe.
Le riprese della pellicola, sono state effettuate in parte a Tivoli, in parte in Campania, tra la Reggia di Caserta e San Giorgio a Cremano, in parte in Puglia ad Altamura e Corato, nel barese.
“Noi ce la siamo cavata” è dunque un omaggio al film, un’idea nata nel 2020 con l’approssimarsi del trentennale dalla sua uscita in sala, in virtù altresì, della consegna dell’Oscar alla carriera a Lina Wertmüller. La regista è scomparsa nel dicembre 2021.
Il lavoro, attraverso interviste e contributi dei protagonisti, racconta in modo simpatico e familiare, come e quanto le vite di quei giovanissimi attori siano cambiate in questi lunghi trent’anni. Il racconto delle vite di quei ragazzini, gratificati da un notevole successo di pubblico all’epoca ha reso famosi in tutta Italia, è un pretesto, o al contempo un’opportunità per riavvolgere il nastro dei ricordi, per comprendere se davvero sono riusciti a cavarsela.
C’è chi ha condotto una vita non propriamente lineare, chi oggi è padre e madre, chi ha continuato a percorrere quella strada, chi pur cambiando totalmente rotta, conserva gelosamente un’esperienza indimenticabile.
“Noi ce la siamo cavata” è diretto da Giuseppe Marco Albano, regista vincitore di due David di Donatello con i cortometraggi Stand by me e Thriller e del Premio Massimo Troisi per il miglior documentario comico. Nel cast, Adriano Pantaleo, Isa Danieli, Gigio Morra e Paolo Bonacelli.
Giovedì 5 gennaio a Napoli la premiere del documentario, con proiezioni previste in tutta Italia a partire dall’11 gennaio.