Nord Stream, sabotati i gasdotti: ma di chi è la colpa?
Danneggiate tre linee in un giorno, il metano che fuoriesce dalle condutture ribolle nel Mar Baltico: Occidente e Russia si accusano reciprocamente, però…
Da qualche giorno le acque del Mar Baltico ribollono del metano che sta fuoriuscendo dai gasdotti Nord Stream 1 e 2. Sembrano esserci pochi dubbi sul fatto che l’origine di queste perdite sia un sabotaggio intenzionale delle condutture. Di cui l’Occidente e la Russia già si attribuiscono vicendevolmente la colpa.
Il sabotaggio del Nord Stream
Tre linee offshore dei due metanodotti Nord Stream sono state danneggiate in un solo giorno, causando fughe di gas al largo dell’isola danese di Bornholm. E agitando aree di mare che vanno dai 200 ai 1.000 metri di diametro, come riferisce Sky TG24 citando un comunicato dell’esercito locale.
L’esecutivo di Copenhagen, per bocca del Premier Mette Frederiksen, ha parlato esplicitamente di un disastro causato da «azioni deliberate». Anche alla luce del fatto che, lunedì scorso, le stazioni di misurazione sismologica sia in Svezia che in Danimarca hanno registrato forti esplosioni sottomarine in quell’area. E i discorsi dei leader euroamericani hanno evocato, pur senza (quasi) mai nominarlo, un solo responsabile.
Le reazioni internazionali
Una delle reazioni più dure è stata quella di Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, che ha minacciato la «risposta più forte possibile». La precisazione “contro la Russia” è rimasta inespressa, pur essendo fuori discussione. Più prudenti gli Usa e la NATO, che «sta monitorando attentamente la situazione nel Mar Baltico», come un funzionario ha rivelato all’ANSA.
Non ha invece avuto nessuna remora nel puntare il dito contro Mosca il Governo dell’Ucraina. Che ha apertamente parlato di «un atto di aggressione nei confronti dell’Ue» per destabilizzare ulteriormente «la situazione economica in Europa». Accuse liquidate come «semplicemente stupide» dal portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov. Che, sottolinea l’Adnkronos, ha anche ricordato come a febbraio Sleepy Joe Biden avesse pubblicamente «promesso di sbarazzarsi del Nord Stream 2».
In questo valzer di imputazioni reciproche, a mettere in crisi la narrazione filo-atlantista ci si è messo Radosław Sikorski, Presidente polacco della delegazione Ue-Usa all’Europarlamento. Il quale ha pensato bene di cinguettare un laconico (ma estremamente significativo) «grazie, Stati Uniti».
Un equivoco? Un’ammissione? Un lapsus freudiano? A volte, dopotutto, la realtà è decisamente diversa da come appare.