Notti magiche, da Londra a Tokyo il cielo è sempre più azzurro
Dal karate (forse la specialità “più giapponese” di tutte) arriva la 37sima medaglia olimpica. Per l’Italia è un record assoluto, e il giusto premio dopo un anno e mezzo di pandemia
“Notti magiche / inseguendo un gol / sotto il cielo / di un’estate italiana”. Così cantavano Gianna Nannini ed Edoardo Bennato nell’inno ufficiale del nostro Mondiale di calcio, quello di Italia ’90. Ora, dopo oltre trent’anni, è come se quel nastro fosse stato riavvolto ai Giochi olimpici di Tokyo 2020. Laddove la Storia ha già lasciato il posto al Mito.
Tra Storia e Mito
Il suggello è arrivato verso l’ora di pranzo, quando il karateka Luigi Busà, volando in semifinale nel kumite 75 kg, si è assicurato una medaglia. Era la 37sima della spedizione azzurra, una in più del precedente record stabilito due volte, a Los Angeles ’32 e Roma ’60. E che qualche ora dopo è stato ulteriormente ritoccato, nel miglior modo possibile.
Della medaglia bisognava solo stabilire il colore, e nel fatto che alla fine sia arrivato il metallo più pregiato si può leggere un certo simbolismo. Così come nella consapevolezza che difficilmente si può immaginare una specialità “più nipponica” di quella che ci ha regalato il primato.
Giorni e notti magiche
Parafrasando Rino Gaetano (e Fabio Caressa), il cielo è sempre più azzurro sopra il Giappone, teatro di imprese che resteranno nella leggenda. E che hanno come massimo comun denominatore l’atletica, la regina delle Olimpiadi, da cui proviene (attualmente) la metà dei nostri ori a cinque cerchi. Con le ciliegine rappresentate dai trionfi epici di Marcell Jacobs nei 100 m e della staffetta 4×100. Oltre, naturalmente, alle straordinarie vittorie di Gianmarco Tamberi nel salto in alto, di Massimo Stano e Antonella Palmisano nella 20 km di marcia. E non è ancora finita.
Giorni magici che seguono altre notti magiche di questa estate che più italiana non si potrebbe, cominciando chiaramente da quelle londinesi di Euro 2020. I social network hanno ricordato anche il successo dei Måneskin all’Eurovision Song Contest 2021. Aggiungendo ironicamente che, se attaccassimo ora, ci riprenderemmo facilmente Istria, Dalmazia, Corsica e, per buona misura, pure la Gioconda.
Ecco, magari non serve arrivare a tanto. Ma, dopo un anno e mezzo di sacrifici dovuti alla pandemia da coronavirus, ci meritiamo tutta questa emozione e tutta questa gioia. Ci meritiamo un po’ di sano orgoglio tricolore.