Nozze gay, Bagnasco: “Sì a dialogo, ma non stravolgere famiglia”
Secondo Bagnasco “da Irlanda una rivoluzione con cui dobbiamo fare i conti”, ma la famiglia resta al centro della Chiesa
“Dall'Irlanda una rivoluzione con cui dobbiamo fare i conti. La Chiesa dialoghi con i gay ma resta il no alle unioni civili”. A parlare a LaRepubblica è il cardinale Angelo Bagnasco, anche presidente della Conferenza Episcopale Italiana, commentando il referendum irlandese che ha aperto alle nozze gay, con i sì (1.201.607) in netta maggioranza rispetto ai no (734.300).
Un esito, quello del referendum irlandese, che ha aperto il dibattito anche in Italia. Per primo, a parlare, è stato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano: “Sono rimasto molto triste di questo risultato, la Chiesa deve tener conto di questa realtà ma nel senso di rafforzare il suo impegno per l’evangelizzazione. Credo che non si possa parlare solo di una sconfitta dei principi cristiani ma di una sconfitta dell’umanità”. Secondo Parolin, “la famiglia rimane al centro e dobbiamo fare di tutto per difendere, tutelare e promuovere la famiglia perché ogni futuro dell’umanità e della Chiesa anche di fronte a certi avvenimenti che sono successi in questi giorni rimane la famiglia. Colpirla sarebbe come togliere la base dell’edificio del futuro”.
Secondo Osservatore Romano, il quotidiano del Vaticano, all’indomani dell’esito referendario, si può parlare di “una sfida per la Chiesa”. Una sfida che, se è difficile per il Vaticano, senza dubbio il Governo è già pronto a vincere: “Dopo le regionali, ripartirà in Parlamento il dibattito”, è l’annuncio del ministro Maria Elena Boschi, rafforzato da Lorenzo Guerini che, sempre a LaRepubblica, aveva fatto sapere: “Pensiamo di chiudere al Senato entro l’estate, e poi, arrivare all’approvazione definitiva entro l’anno”. D’altra parte, lo stesso Premier Renzi non ha mai fatto mistero di voler chiudere presto la questione, giungendo a un’approvazione della legge sulle unioni civili, con evidente riferimento al ddl Cirinnà.
Ma la Chiesa qualche riserva continua ad averla. “La dottrina ci insegna a rispettare la dignità di ciascuno senza per questo scadere in facili semplificazioni e stravolgere la famiglia”, aggiunge Bagnasco. “Noi crediamo nella famiglia che nasce dall'unione stabile tra un uomo e una donna, potenzialmente aperta alla vita, un’unione che costituisce un bene essenziale per la stessa società e che, come tale, non è equiparabile ad altre forme di convivenza”. Si prevede quindi un aspro dibattito proprio sul ddl Cirinnà che, prossimo secondo il Governo all’approvazione, non piace invece al cardinale e presidente della CEI perché “ricalca troppo l'istituto del matrimonio”.