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Nucleare, così i Verdi tedeschi hanno mentito per spegnere l’atomo

I reattori potevano ancora funzionare, sanciva un report del Comitato tecnico scientifico: ma il Ministero dell’Economia, guidato dall’affermazionista Habeck, lo alterò, ingannando perfino il Parlamento

Centrale nucleare a Grohnde, in Germania

Centrale nucleare a Grohnde, in Germania (© Heinz-Josef Lücking / Wikimedia Commons)

C’è uno scandalo scoppiato recentemente che illustra benissimo fin dove siano disposti a spingersi i fondamentalisti green per le loro ossessioni – nello specifico, l’opposizione al nucleare. Arriva dalla Germania, e non a caso, trattandosi del Paese col Partito Verde tradizionalmente più forte d’Europa. Che ora è stato riportato bruscamente coi piedi per terra – e per inciso è in “buona” compagnia.

Centrale nucleare a Grohnde, in Germania
Centrale nucleare a Grohnde, in Germania (© Heinz-Josef Lücking / Wikimedia Commons)

L’ossessione degli affermazionisti per il nucleare

Se non ci fossero i carteggi che il Ministero dell’Economia teutonico è stato costretto dall’autorità giudiziaria a pubblicare, sembrerebbe di essere dentro un romanzo di Michael Crichton. Come Stato di paura, che descrive il tentativo di alcuni terroristi climatici di scatenare una strage per poterla poi attribuire agli effetti del riscaldamento globale. Un paragone che regge perfettamente, alla luce di ciò che ha svelato un’inchiesta condotta dal mensile autoctono Cicero.

Michael Crichton
Michael Crichton (1942-2008). © Jon Chase photo – Harvard News Office / Wikimedia Commons

L’assurda vicenda origina nel 2022, in piena crisi energetica legata alla guerra russo-ucraina. Dalle parti di Berlino, ci si cominciava a chiedere se non convenisse rinviare la già programmata chiusura degli ultimi tre reattori ancora in attività.

Guerra russo-ucraina
Guerra russo-ucraina (© Ministry of Internal Affairs of Ukraine – Mvs.gov.ua / Wikimedia Commons)

Occorreva però che si esprimesse il Bundestag, e in questo contesto il Dicastero a guida Verde chiese un parere a un gruppo di esperti. Una sorta di Comitato tecnico scientifico che concluse che gli impianti potevano continuare a funzionare «ancora per diversi anni», senza che ciò compromettesse necessariamente la sicurezza nucleare. L’unica condizione era che venissero rapidamente acquistate nuove barre di combustibile, che non erano più state ordinate e la cui consegna richiedeva almeno un anno.

I Verdi tedeschi hanno mentito sul nucleare

Tuttavia, ecco cosa si legge nel report effettivamente distribuito agli onorevoli. «Un’estensione del funzionamento delle tre centrali nucleari ancora in funzione oltre la data prevista del 31 dicembre 2022 non è compatibile con i requisiti di sicurezza».

Il documento, cioè, era stato alterato, e a quanto pare non per errore ma deliberatamente, con l’intento di (ri)orientare il voto parlamentare. Operazione andata poi in porto, visto che lo spegnimento dell’atomo, come ricorda Il Foglio, non venne prorogato oltre l’aprile del 2023. Con l’aggravante che sono stati spesi miliardi dei contribuenti per incentivare eolico e fotovoltaico, che però non coprono neppure il 15% del fabbisogno energetico nazionale.

Consumo di energia primaria in Germania nel 2022
Consumo di energia primaria in Germania nel 2022 (© Energy Institute – Statistical Review of World Energy (2023) / Ourworldindata.org)

Sembra che in qualche misura sia stato ingannato perfino il Ministro ecocatastrofista Robert Habeck, che in ogni caso, come riporta Euractiv, ha smentito qualsiasi manipolazione. Per quanto i manutengoli dell’ambientalismo affermazionista mostrino volentieri di aver appreso la lezione hegeliana del “Tanto peggio per i fatti”.

Robert Habeck, nucleare
Robert Habeck (immagine dalla sua pagina Facebook)

Vedasi quando sacrificano la scienza sull’altare dell’integralismo green, per attribuire la responsabilità del climate change all’uomo. Il cui contributo però è irrisorio, essendo stimato da un luminare del calibro di Antonino Zichichi in una percentuale compresa tra il 5 e il 10%.

“Non si può negoziare con la realtà”

A livello epifanico, comunque, appare particolarmente significativa la parabola dell’ormai ex Premier scozzese Humza Yousaf, messo in minoranza qualche settimana fa, come riferisce Politico, dai Verdi locali. Galeotta fu la decisione di ritirare le impopolarissime misure per tagliare del 75% le emissioni di CO2 entro il 2030, come da utopistici obiettivi dell’agenda Net Zero. Che secondo lo stesso Comitato per il Cambiamento Climatico del Governo di Glasgow, aggiunge Sky News, hanno ormai oltrepassato la soglia della credibilità.

Humza Yousaf
Humza Yousaf (immagine dalla sua pagina Facebook)

D’altronde, ha commentato caustico Andrew Montford, direttore dell’osservatorio Net Zero Watch, «non si può negoziare con la realtà». Che, come insegna il caso tedesco, supera talvolta la fantasia – e, sempre, l’ideologia.