Nuoro, morta una donna per un’infezione da zecca. Cosa fare in caso di morso
Le zecche sono vettori di infezioni talvolta mortali come la rickettsiosi contratta dalla donna
Uccisa dall’infezione causata da una zecca. E’ quello che è successo ad una pensionata di 70 anni di Ulassai, in provincia di Nuoro. La fatale infezione contratta a causa del vettore è la rickettsiosi, di origine batterica.
Donna sarda morta a causa di un morso di zecca
La donna era stata ricoverata il 2 giugno nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Lanusei con febbre altissima, mal di testa, debolezza, dolori muscolari e alle articolazioni. Il suo quadro clinico era già molto grave.
La donna si era accorta della presenza dell’insetto sulla cute alcuni giorni prima ma dopo averla rimossa non si era preoccupata perché non accusava alcun tipo di sintomo.
La situazione, però, è peggiorata fino a quando si è reso necessario il ricovero in ospedale. I medici le hanno somministrato subito la terapia ma non c’è stato niente da fare.
Come spiega il sito dell’Iss “Le zecche sono artropodi appartenenti alla classe degli Aracnidi, la stessa di ragni, acari e scorpioni. Si tratta di parassiti esterni, delle dimensioni che variano da qualche millimetro a circa 1 centimetro secondo la specie e lo stadio di sviluppo.
Il corpo tondeggiante e il capo non distinguibile dal corpo, è munito di un apparato boccale (rostro) in grado di penetrare la cute e succhiare il sangue degli ospiti. La zecca resta a succhiare dal corpo che la ospita finché non viene rimossa e può diventare molto più grande del suo corpo iniziale.
“Gli Ixodidi sono in grado di trasmettere all’uomo gli agenti patogeni responsabili di alcune patologie. La borreliosi di Lyme, l’ehrlichiosi, le febbri bottonose da rickettsiae, la tularemia, la febbre Q, la babesiosi, l’encefalite virale ed anche la febbre emorragica Crimea-Congo. Con l’inizio della bella stagione le zecche abbandonano lo stato di quiescenza invernale e si avviano alla ricerca di un ospite da parassitare. Nei mesi primaverili ed estivi è quindi più frequente imbattersi nel cosiddetto “morso da zecca”.
La puntura della zecca non è di per sé pericolosa per l’uomo, i rischi sanitari dipendono invece dalla possibilità di contrarre infezioni trasmesse da questi animali in qualità di vettori”.
Cosa fare per rimuoverla, le indicazioni dell’Iss
Nel caso in cui venisse individuata una zecca sull’epidermide, l’Iss consiglia di afferrarla “con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della pelle, tirando dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione”.
In commercio, spiega l’Iss, si possono trovare in commercio degli “specifici estrattori che permettono di rimuovere la zecca con un movimento rotatorio”, ma “durante la rimozione bisogna prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni”.
Evitare terapie antibiotiche preventive che non lascerebbero emergere eventuali sintomi da infezioni. Inoltre è consigliabile conservare la zecca in una boccetta con alcol al 70% per una successiva identificazione nell’eventualità di dover ricevere medicine specifiche.
Rivolgersi al proprio medico curante nel caso si noti un alone rossastro che tende ad allargarsi oppure febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi.