Nuovi boschi nella periferia di Roma. Ma in centro le piante malate cadono
Nel luglio scorso proprio le piante di Piazza Venezia, pini centenari, subirono danni legati ai lavori stradali, che ne recisero le radici
Il decreto clima ha dato i suoi primi frutti. Tre nuovi boschi sorgeranno in altrettante zone periferiche della Capitale. Mentre in centro si dovrà provvedere alla sostituzione delle piante giunte a fine vita o malate. Ma il regolamento capitolino non dice che debbano essere ripiantate tutte negli stessi luoghi.
Il ruolo degli alberi
Per recuperare salubrità ambientale bisogna diminuire le emissioni di CO2 nell’aria, dovute alle varie attività dell’uomo. Ma certamente può essere un buon metodo anche quello di incrementare la presenza di piante sul territorio. La funzione degli alberi è quella di assorbire CO2 e produrre ossigeno. La nostra vita sul pianeta si deve alla presenza di ossigeno e quindi alle piante che lo abitano da milioni di anni prima di noi e probabilmente anche dopo la nostra scomparsa. Quindi bene fa il Comune di Roma a piantare alberi in quantità, dovunque sia possibile e necessario.
Tre nuovi boschi nelle periferie di Roma
Su Roma Today del 6 dicembre si riporta la notizia di 1824 alberi, tra frassini, querce, pini, aceri e carpini da piantare e di 1194 arbusti tra i quali ligustri, corbezzoli, allori e ilatri. Un bosco sorgerà a Pietralata, a poca distanza dell’area in cui è prevista la realizzazione dello stadio della Roma. Un altro a Casal Brunori, tra Spinaceto e Mostacciano, zone molto popolari, e un terzo bosco nei 10 ettari di verde tra Torre Spaccata e Torre Maura nel parco Canapiglie.
Le piante sono state acquistate dal Comune grazie ai fondi del “decreto clima” e finalmente si comincia a vedere qualcosa che vada nel segno di una vera lotta al riscaldamento climatico. Ogni tanto ancora si sente qualche sprovveduto che in tv o sulla stampa parla di opinioni diverse al riguardo, mentre le uniche opinioni valide sono quelle del 99% degli scienziati del pianeta, concordi nel sostenere che il riscaldamento climatico sulla Terra sia opera dell’uomo e chi ha idee diverse dovrebbe esporle nei consessi scientifici e farle valutare da chi ne ha le competenze e non spifferarle di soppiatto nei talk show e sulla stampa, per chiedere magari l’introduzione delle centrali nucleari o per rimandare i provvedimenti cautelativi delle emissioni di CO2. La menzogna ormai è diventata l’arma con cui si fa politica nel mondo e si propagandano azioni di guerra irresponsabili da entrambe le parti dei conflitti.
Un beneficio per la popolazione e per la salvaguardia dell’ambiente urbano
“Le migliaia di alberi e arbusti che stiamo piantando sono in grande patrimonio che consegniamo alla città e alle future generazioni. Stiamo lavorando per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati con il ‘Piano clima’, e i progetti di forestazione sono una pietra miliare lungo questo percorso”, ha dichiarato il presidente della commissione ambiente Giammarco Palmieri, presente all’avvio delle piantumazioni. Evidentemente non si tratta di piantine che devono crescere, come quelle previste dal finanziamento del Pnrr. Ma di veri e propri alberi e arbusti già grandi. In grado quindi di apportare da subito un beneficio alla salvaguardia dell’ambiente urbano e alla salute dei cittadini. Roma è già la città più verde d’Italia e una delle più verdi d’Europa. Un primato che va conservato e ampliato possibilmente, perché da questo dipende molto del futuro della popolazione.
A Roma si fa prima a tagliare alberi che a curarli e a prevenirne la caduta
La presenza di tre boschi urbani, per Mariano Angelucci, presidente della commissione turismo: “E’ un intervento complessivo enorme” ha sostenuto mentre presenziava alla messa a dimora degli alberi. Gli altri boschi verranno realizzati a Casal Brunori, grazie ad uno stanziamento di 450 mila euro ed a Pietralata, per cui sono a disposizione alberi ed arbusti acquistati con 390 mila euro. Erano state effettuate solo piantumazioni tra il 2021 e quest’anno, per un totale di 2403 a fronte di 17.825 tagli.
La tendenza a intervenire con drastici tagli quando si prospetta un problema nel settore del verde ha come conseguenza la perdita di un capitale prezioso per l’ambiente romano. È più facile tagliare che curare, ma è una politica sbagliata. I nuovi alberi serviranno a compensare solo in parte gli abbattimenti del passato ed alcuni di quelli che si renderanno necessari per i danni causati dalla cocciniglia tartaruga, l’insetto alieno che ha flagellato i pini di Roma.
I tagli delle piante di Piazza Venezia non sono piaciuti a Sgarbi
Solo di pochi giorni fa la notizia della morte della signora 82enne che passeggiava col figlio a Monte Verde, a causa di un albero caduto, per incuria. Molti degli alberi di Roma sono malati e restano un pericolo. La conseguenza di queste cadute pericolose è l’intervento drastico sulle piante malate. Molti alberi -per esempio- sono stati tagliati nelle adiacenze di piazza Venezia. Le immagini degli abbattimenti in pieno centro, sono state riprese e diffuse, sui social, dalle attiviste della difesa del verde, come Jacopa Stinchelli e Francesca Marranghello. Sono arrivate anche all’attenzione del sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi che, ripostandole, ha stigmatizzato la gestione capitolina del verde verticale.
Ogni albero tagliato è una vita abbattuta. Ma si abbattono solo quelli vecchi e malati
“Non si può consentire al Comune di Roma di devastare la città in questo modo – ha commentato Sgarbi – Gli alberi sono sacri. Chi abbate un albero uccide una vita”. Secondo le ambientaliste il fatto che negli anni siano molto di più le piante abbattute di quelle reinserite nel contesto urbano resta comunque un danno alla Città. Il saldo quindi resta negativo anche se il bando triennale, da 60 milioni, che venne lanciato durante l’amministrazione Raggi, fu una svolta storica per la tutela del verde a Roma. Le piantumazioni, soprattutto in questi ultimi due anni, sono state effettuate con altri progetti, come quello della forestazione urbana.
A Sgarbi ha poi replicato l’assessore all’ambiente Sabrina Alfonsi: “Il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi accusa il Comune di Roma di ‘devastare la città’ con argomentazioni secondo le quali ‘chi abbatte un albero uccide una vita’. Ma proprio perché gli alberi sono organismi viventi il loro ciclo vitale comporta un inizio e una fine. Non si tratta, quindi, di creature immortali. Gran parte degli alberi di Roma ha almeno settant’anni di età e ogni anno che passa, anche a causa dei cambiamenti climatici, vi è un inevitabile peggioramento della stabilità delle alberature, con una inevitabile ricaduta sui rischi potenziali per la pubblica incolumità”.
Ogni pianta abbattuta verrà sostituita con un’altra: si ma dove?
Nel luglio scorso proprio le piante di Piazza Venezia, pini centenari, subirono danni legati a precedenti lavori stradali, che ne recisero le radici. Per questo motivo la Procura della Repubblica fece partire una indagine contro ignoti, ora conclusa, che aveva posto sotto sequestro gli alberi, per accertare eventuali responsabilità. Il loro dissequestro è avvenuto recentemente, anche se molti dei rami e dei tronchi, precedentemente avvolti dai nastri gialli, devono ancora essere rimossi.
Riguardo alle proteste di Sgarbi, l’assessore Alfonsi ha sostenuto che gli alberi di Piazza Venezia “saranno tutti sostituiti in accordo con la soprintendenza di Stato e la sovrintendenza capitolina”. Contestualmente Alfonsi ha rivendicato le azioni messe in campo perché “amministrare una città con la convinzione che i suoi alberi siano intoccabili, anche a rischio della sicurezza” non può essere accettato da chi mira a governare “con responsabilità”.
Resta che nel regolamento capitolino per il verde, per ogni pianta abbattuta, si deve provvedere alla sostituzione con un nuovo esemplare. Il saldo negativo è ancora molto ampio e l’opera di sostituzione è appena all’inizio. Resta da capire se le piante in sostituzione verranno collocate dov’erano quelle cadute e abbattute o verranno posizionate in periferia? Perché in questo secondo caso a soffrirne saranno soprattutto i residenti dei quartieri centrali.