Nuovi tagli alla sanità: l’intero settore a rischio
Presentato il rapporto dell’Aiop dai contorni allarmanti: ecco la sanità italiana tra disavanzi record e nuovi tagli
Un settore sanitario in crisi profonda quello descritto nel rapporto Aiop "Ospedali&Salute 2014" presentato stamattina alla Camera dei Deputati.
Per la prima volta il rapporto, alla dodicesima edizione, ha presentato una stima del disavanzo reale complessivo delle ASL e degli ospedali a gestione diretta. Il risultato? Secondo la stima più prudenziale il disavanzo annuo per il 2013 delle strutture sanitarie pubbliche ammonterebbe a circa 6 miliardi di euro.
Un dato ancora più critico se associato alle previsioni della Legge di Stabilità del 2015, che prevede un taglio dei trasferimenti alle Regioni del valore di circa 4 miliardi.
La Legge di Stabilità metterebbe dunque in discussione il piano di finanziamento di 330 miliardi circa dell'intero sistema, cifra che doveva essere stanziata per il triennio 2014-2016, come previsto dal Patto per la Salute, firmato nel luglio scorso dopo l'intesa raggiunta dalla Conferenza-Stato Regioni.
Le conseguenze, secondo l'Associazione Italiana Ospedalità Privata (Aiop), sarebbero gravi. Il rischio infatti è la "corrosione" dell'intero sistema, poichè l'entità del finanziamento sarebbe al limite del livello necessario a mantenere il nostro sistema sanitario al pari di quelli più evoluti al mondo.
Inoltre ulteriori tagli ad una spesa sanitaria già sotto la media (l'Italia spende globalmente per la sanità una cifra pari al 7% del PIL, con cui si colloca ultima in classifica tra i Paesi dell'Europa dei 15) andrebbero a colpire di conseguenza anche il comparto privato, ma soprattutto i cittadini e le categorie più deboli e bisognose di assistenza, con l'incremento delle addizionali Irpef ed un aggravio sui ticket per le prestazioni ambulatoriali, sui farmaci e sulle prestazioni intramoenia negli ospedali pubblici, che del resto sono tutti aumentati ad un livello significativo già nel periodo dal 2009 al 2013.
Si rende necessaria dunque, secondo il rapporto, una riorganizzazione urgente dell'intera macchina sanitaria e ospedaliera, pena il collasso del sistema sanitario e la regressione a livelli non degni di un Paese ad alto livello di civilizzazione.