Obbligo vaccinale, c’è chi punta sulla punizione e chi sul premio
La variante Delta fa paura, e la politica torna a parlare di profilassi imperativa: in Francia, invece, si ricorda ciò che si potrà tornare a fare una volta immunizzati
L’estate e le vacanze stanno arrivando, e come il riflusso della marea torna anche la vexata quaestio dell’obbligo vaccinale. Colpa della variante Delta, che ormai si avvia a diventare predominante. Scatenando le solite reazioni pavloviane da parte di virologi et similia, che comunque trovano sponda anche nel mondo della politica. Ed è subito polemica.
Torna la querelle sull’obbligo vaccinale
In psicologia dello sviluppo esiste un modello chiamato “dei premi e delle punizioni”. Sostanzialmente, esso prevede di rafforzare le condotte corrette dei bambini attraverso ricompense, e di scoraggiarne i comportamenti sbagliati tramite castighi.
Mutatis mutandis, in questo momento sembra che i Governi stiano applicando questo modello pedagogico alla collettività a proposito della querelle sulla profilassi imperativa. Tornata nuovamente di moda a causa della sotto-mutazione indiana del coronavirus e, soprattutto, dell’allarmismo pandemico degli esperti. Che, come avevamo già argomentato, rischia seriamente di esasperare in modo definitivo i cittadini stremati da un anno e mezzo di pandemia e restrizioni.
Ha dato fuoco alle polveri il virologo Roberto Burioni, facendo riferimento all’indice del numero medio di contagi prodotti da ciascun individuo infetto. «Se come pare la variante Delta ha un R0 tra 8 e 10 bisogna che la politica prenda seriamente e velocemente in considerazione l’obbligo vaccinale» l’avviso.
Un concetto simile l’ha espresso l’infettivologo Matteo Bassetti, secondo cui l’unico modo per difendersi dalla variante Delta «sarà di avere l’85% di italiani» immunizzati il 15 ottobre. Se non si raggiungerà questo obiettivo, «bisognerà inasprire ulteriormente le misure nei confronti di chi non si vaccina». E il medico dell’ospedale San Martino di Genova è arrivato a ipotizzare un lockdown solo per i non vaccinati.
Il bastone e la carota
Va da sé che questo è il proverbiale “bastone”, che comunque è viziato a monte. Perché è vero che la versione modificata del virus è più contagiosa, ma non è minimamente più letale, oltre a soccombere a un ciclo completo di vaccino.
In ogni caso, all’idea dell’obbligo vaccinale ha subito aperto Francesco Boccia, ex Ministro dem agli Affari regionali. Mentre durissima è stata la replica del leader del Carroccio Matteo Salvini, che ha esortato «al silenzio della comunità scientifica».
In mezzo a questo bailamme semi-istituzionale, c’è chi invece ha pensato bene di adottare la “carota”. È stata la Francia che, per convincere la popolazione – soprattutto i giovani – a farsi somministrare l’antidoto, ha lanciato una speciale campagna di sensibilizzazione. Ricordando ciò che si potrà tornare a fare una volta immunizzati – baciarsi, assistere a concerti in mezzo alla folla, andare in vacanza in famiglia.
“Sì, il vaccino può avere effetti desiderabili”, è lo slogan, che fa chiaramente il verso agli effetti collaterali. Immagini e messaggi positivi, tipici del sistema delle gratificazioni che positivamente è stato accolto sui social. E che, per una volta, non sarebbe affatto male se dovesse… diventare virale!