Obbligo vaccino? Possibile con una legge ad hoc. Ecco i pareri degli esperti
Vaccino obbligatorio. I giuristi: “Possibile subito con legge ad hoc, del tutto costituzionale”. Gli esperti: “Meglio un obbligo per settori”
Dopo la conferenza stampa di giovedì, in cui il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha fatto il punto della situazione sulle discussioni in corso, non si parla d’altro. E la novità che ha fatto discutere i cittadini di tutta Italia, confermata durante la conferenza anche dal Ministro della Salute Roberto Speranza, si sostanzia nell’indicazione, venuta dal premier, di prevedere l’obbligatorietà della vaccinazione anti-Covid. Un’indicazione che, secondo i giuristi, sarebbe possibile attuare in tempi brevi con una legge ad hoc sulla base dei dettami costituzionali.
L’obbligo vaccinale attualmente
La strada dell’obbligo mira evidentemente a bloccare la diffusione del contagio ancora in atto, ma vede comunque posizioni differenziate anche tra gli esperti, una parte dei quali ritiene più opportuno un obbligo solo per categorie specifiche. Attualmente, l’obbligo vaccinale è infatti previsto per medici e personale sanitario, e sono già scattate le sospensioni dei camici bianchi – che restano comunque una netta minoranza – non vaccinati. Per gli insegnanti è invece previsto esclusivamente l’obbligo del green pass.
Una legge ad hoc
La prospettiva di un obbligo vaccinale esteso appare però ora più vicina e si tratta, spiega il giurista Amedeo Santosuosso, professore di diritto, scienza e nuove tecnologie all’Università di Pavia, di una strada “fattibile in tempi brevi attraverso una legge, che rispetterebbe tutti i crismi di costituzionalità”. L’articolo 32 della Costituzione infatti – chiarisce – “prevede la possibilità di imporre un trattamento sanitario obbligatorio attraverso una legge, determinando così un obbligo generale per i cittadini. Una legge di questo tipo sarebbe giustificata dai benefici, dimostrati da studi scientifici, che il trattamento, in questo caso il vaccino, porterebbe alla comunità ed ai singoli”. E la vantaggiosità è l’elemento alla base di una legge che prevede l’obbligo per un trattamento sanitario. Ci sarebbero dunque tutti i requisiti per una legge di questo tipo”. Quanto ai tempi, afferma, “questi dipendono dal Parlamento. In questo caso si tratta di una questione politica più che giuridica”.
L’obbligo “per settori”
Ad ogni modo, precisa l’esperto, “è comunque possibile, anche in mancanza di una legge nazionale, procedere a obblighi vaccinali specifici per singole categorie lavorative”. E proprio ad un obbligo “per settori” puntano altri esperti. Il primo è Amerigo Cicchetti, direttore di ALTEMS, l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di Roma. L’obbligo, attualmente non presente in alcun Paese, afferma è una “strada segnata, per l’Italia come per le altre Nazioni, al fine di bloccare l’epidemia. A mio parere è una strada percorribile senza particolari problemi giuridici. Tuttavia ritengo che l’obbligatorietà vada prevista non per tutti, ma per categorie precise, a partire da scuola e Università, PA a contatto col pubblico e trasporti”. Per gli altri infatti, “i rischi si possono ridurre ricorrendo al green pass e allo smart-working”.
Obbligo indiretto e obbligo universale
L’obbligo è giusto ma sarebbe più facile se indiretto secondo, invece, l’immunologo e componente del Comitato tecnico scientifico Sergio Abrignani. “Il miglior modo per contenere una pandemia è vaccinare tutti o quasi e per farlo serve una sorta di obbligo. Se è tecnicamente difficile introdurre un obbligo assoluto – spiega – ci si può arrivare con un obbligo indiretto, molto forte e sostanziale. Ad esempio attraverso un green pass quasi totalizzante”. Propende al contrario per un obbligo “universale” per tutta la popolazione vaccinabile il virologo Fabrizio Pregliasco. Per l’esperto, infatti, sarebbe sufficiente utilizzare i servizi già presenti sul territorio, con la collaborazione dei medici di base.