Occupazione Campozero, le spiegazioni di uno degli attivisti
Dopo due settimane dallo sgombero dell’ex Cral della Zecca di Stato, ribattezzato Campozero, arrivano alcune precisazioni
Chi vuole incastrare Campozero? E perchè? Dopo due settimane dallo sgombero dell'ex Cral della Zecca di Stato, ribattezzato Campozero dagli occupanti, arrivano alcune precisazioni. A diffonderle tramite il proprio profilo Facebook è Giuliano Castellino, uno degli animatori di Campozero, occupazione sociale nata allo scopo di riqualificare lo stabile sito sul lungotevere dell'Acqua Cetosa. Nel post, Castellino, fornisce spiegazioni circa il ritrovamento avvenuto ad opera della Digos, giorni dopo lo sgombero, di alcuni ordigni rudimentali nascosti dentro l'ex Poligrafico.
"In riferimento alla notizia uscita su qualche sito circa il mio coinvolgimento e quello del Movimento Sociale Europeo sull'occupazione dell'ex Poligrafico e il ritrovamento successivo allo sgombero di petardi sono necessarie alcune precisazioni. Punto uno: io, Giuliano Castellino, non sono nè capo nè promotore dell'occupazione, ma un semplice militante, come tutti quelli che stanno cercando di dare vita al progetto Campozero", scrive Giuliano Castellino.
"Punto due: io non sono il leader del Movimento Sociale Europeo, con il quale in passato ho collaborato per la lotta per la casa e l'amnistia, ed il MSE, riconducibile alla sezione Prati di via Ottaviano 9, non ha nessun ruolo o partecipazione all'occupazione dell'ex Poligrafico".
"Infine vorrei sottolineare che il ritrovamento dei petardi è avvenuto svariati giorno dopo lo sgombero di Campozero dallo spazio della Regione Lazio e che tra l'occupazione e il ritrovamento non c'è nessun legame o collegamento. Anzi, questo dimostra ancora una volta, cosa avviene quando gli spazi pubblici vengono lasciati nel degrado e nell'abbandono, diventando terra di nessuno".
"Criminalizzare Campozero non servirà a fermare la battaglia per la riqualificazioni di spazi pubblici, lasciati alla mercè di speculazione, rom e clandestini", conclude Castellino.