Omceo Roma insegna ai medici di famiglia come intercettare segnali di violenza sulle donne
Intercettare i segnali prima che si arrivi al femminicidio, agli abusi, alla violenza. Per farlo si deve investire anche nella formazione del personale sanitario
Intercettare i segnali prima che si arrivi al femminicidio, agli abusi, alla violenza conclamata. Per farlo si deve investire anche nella formazione del personale sanitario e creare una rete socio-sanitaria strutturata sul territorio che sia d’aiuto e che oggi ancora non c’è. Lo ha spiegato il segretario dell’Omceo Roma, Cristina Patrizi, responsabile scientifica del corso “Testimonianze e proposte contro il femminicidio, la violenza sui minori e i soggetti fragili” promosso dall’Ordine capitolino proprio nella Giornata del 25 novembre dedicata al contrasto alla violenza sulle donne.
L’evento è stato aperto dai saluti del presidente Antonio Magi. “E’ importante focalizzare l’attenzione sulle donne- ha sottolineato Patrizi- ma anche sui minori e i soggetti fragili: aspetti diversi di un unico fenomeno sociale e culturale di degrado e decadimento dei costumi. Nel corso della giornata sono stati trattati temi come il Codice rosso, che “necessita di una rivisitazione perché parzialmente inadeguato. Come Omceo Roma siamo impegnati per favorire la formazione dei professionisti medici nell’individuazione dei segnali precoci di allarme ed è un ruolo difficile.
E’ una questione di attenzione culturale, di supporto socio-psicologico- ha aggiunto Patrizi- e chiediamo alla parte politica di aiutarci nell’individuare un percorso sul territorio. Negli ospedali esistono quelli di presa in carico ma un pediatra o un medico di famiglia che ha un sospetto deve avere una rete strutturata socio-sanitaria non intrusiva ma che sia di riferimento; noi speriamo che possa realizzarsi prima che abusi e violenza diventino altri femminicidi“.
Un appuntamento, svolto presso l’Aula “Roberto Lala” della sede dell’Ordine, organizzato con due sessioni di lavoro moderate dalle coordinatrici del corso, Sabrina Santaniello e Maria Grazia Tarsitano. “Noi siamo un ente sussidiario dello Stato e abbiamo la volontà e il dovere di portare il nostro contributo. Il percorso di contrasto alla violenza sulle donne può essere migliorato e siamo partite dai racconti delle nostre colleghe” ha sottolineato Tarsitano, consigliera Omceo Roma e coordinatrice della Commissione ECM (Educazione Continua in Medicina) che ha valorizzato lo spirito propositivo che il corso deve avere. Bisogna “migliorare il percorso di accoglienza delle donne che hanno subito violenza, fin dall’accesso al Pronto soccorso. Del fenomeno dobbiamo sentirci tutti responsabili- ha detto ancora- e i fatti ci ricordano che siamo lontani dal risolverlo”.
Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha mobilitato piazze, scuole, luoghi di lavoro, il Parlamento. “Giulia è di fatto ormai un simbolo di tutte le donne cadute per mano di un uomo, uomini che non superano la ferita narcisistica di esser lasciati- ha dichiarato invece Santaniello, consigliera odontoiatria dell’Ordine dei medici di Roma- Il programma del nostro corso permette di analizzare il femminicidio sotto diversi aspetti ma anche di sensibilizzare la cittadinanza.
Dobbiamo trovare nuovi paradigmi educativi a partire dalla formazione degli operatori sanitari ma anche dalla lotta degli stereotipi di genere, dalle famiglie e dalle scuole. Noi odontoiatri poi- ha aggiunto- possiamo dare un contributo come “sentinelle del territorio” per cogliere i primi segnali nel rapporto fiduciario con la paziente, dalle lesioni di bocca, rottura di denti, ferite da traumi. La formazione è importante per questo e il dentista può essere formato per indirizzare queste pazienti. Proprio come il medico di medicina generale ha consuetudine di vedere intere famiglie; basta pensare alla distribuzione sul territorio per capire che possono fare davvero tanto”, ha concluso Santaniello. (Red/ Dire)