Omicidi a Roma, assassini con problemi psichici autorizzati a usare armi
Quali sono le leggi che regolano la detenzione di armi nel nostro paese? Come è possibile che persone instabili possiedano o manipolino pistole?
Entrambi gli autori degli ultimi due omicidi compiuti a Roma con armi da fuoco erano autorizzati a manipolare questi strumenti, avevano infatti una licenza per l’uso sportivo di pistole e fucili.
Omicidi a Roma: la strage di Fidene e la storia di Martina Scialdone
Claudio Campiti, 57 anni, disoccupato, l’11 dicembre ha compiuto una vera e propria strage in un bar di Fidene nel quale era in corso una riunione di condominio, ha estratto una semiautomatica che aveva sottratto al poligono di tiro di Tor di Quinto, e ha ucciso quattro donne.
Lo scorso venerdì, fuori dal ristorante “Brado” in zona Fidene, Costantino Bonaiuti, 60 anni, dirigente dell’Enav, ha freddato con un colpo di pistola l’ex compagna, Martina Scialdone. Bonaiuti frequentava lo stesso poligono di Tor di Quinto.
Sia Campiti sia Bonaiuti era persone emotivamente in difficoltà, Campiti aveva perso un figlio e viveva in condizioni di indigenza ed erano stati in cura. Eppure entrambi possedevano e tenevano regolarmente in casa armi che potevano utilizzare per uso sportivo. Quali sono le leggi che regolano la detenzione di armi nel nostro paese? Come è possibile che persone instabili possiedano o manipolino pistole?
La legge italiana sul possesso delle armi
La vendita o la cessione di armi comuni a privati con licenza di porto d’armi è possibile ai soli maggiori di anni 18 ottenendo dal questore apposita autorizzazione (detta formalmente nulla osta) cioè una licenza di detenzione di armi in Italia. Sarebbero 1.222.537 le licenze di porto d’armi in corso di validità per tutte le categorie previste dalla legge. Un dato in aumento del 4,2% rispetto al 2020. In meno di dieci anni ci sono state almeno 50mila licenze in più.
Per entrare in possesso di un’arma da fuoco basta ottenere un “nulla osta all’acquisto”, che può essere rilasciato solo a maggiorenni e ha validità di un mese.
La principale differenza tra il porto per difesa personale e quelli per uso caccia e sportivo è che questi ultimi due consentono solo il trasporto di armi, cioè il loro spostamento senza munizioni. Il porto d’armi per difesa personale consente invece il “porto”, cioè lo spostamento dell’arma carica con sé.
Le falle nel sistema di controllo
Non ci sono test clinici su droghe e alcol, inoltre la mancanza di informazioni tra medico generale e specialista psichiatrico o psicoterapeuta: se chi vuole un’arma è in cura da uno psichiatra e magari prende anche dei farmaci, il suo psichiatra non può comunicare con il medico di base e viceversa. La privacy non permette ai medici di sapere che il paziente in cura possiede un’arma e quindi comunicare se uno dei due ravvisa delle riserve in tal senso.
Se non bastasse a far sorgere dubbi sulla legge che regolamenta il possesso delle armi nel nostro paese teniamo conto del fatto che chi ottiene il porto d’armi è obbligato a comunicare la detenzione a tutti i maggiorenni conviventi. Ma nessuno verifica che questa comunicazione sia stata eseguita davvero.