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Omicidio Cerciello Rega: arresti domiciliari a Fregene per Natale Hjorth

Il giudice ha disposto che Hjorth sconti la pena ai domiciliari con l’ausilio di un braccialetto elettronico per monitorare gli spostamenti

Mario Cerciello Rega

Mario Cerciello Rega

In un controverso sviluppo del caso che ha scosso l’opinione pubblica, la seconda Corte di Assise di Appello di Roma ha concesso gli arresti domiciliari a Gabriele Natale Hjorth. Il giovane americano, già condannato nel processo per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, sconterà ora il resto della pena nella casa della nonna a Fregene.

Nel processo di Appello bis, Hjorth ha visto la sua pena ridotta a 11 anni e 4 mesi, una sentenza che già aveva destato non poche polemiche. L’altro imputato, Lee Elder Finnegan, riconosciuto come l’autore materiale del delitto, era stato condannato a 15 anni e due mesi di reclusione.

Misure di sicurezza e condizioni degli arresti domiciliari

Il giudice ha disposto che Hjorth sconti la pena ai domiciliari con l’ausilio di un braccialetto elettronico per monitorare i suoi spostamenti, imponendogli anche il divieto di comunicare con l’esterno. Una decisione che non ha mancato di suscitare forti reazioni.

Reazioni della famiglia Cerciello Rega

Rosamaria, vedova del vicebrigadiere Cerciello Rega, è apparsa profondamente scossa dalla notizia. Il suo avvocato, Massimo Ferrandino, ha espresso con forza il senso di ingiustizia percepito dalla famiglia della vittima: “Lo sconcerto è tanto dopo la decisione della seconda Corte di Assise di Roma di accogliere le richieste dei domiciliari per Gabriele Natale Hjorth. Rosamaria è totalmente sconvolta dalla notizia e, come sua abitudine, non intende commentare, ma è pervasa da un profondo senso di sfiducia.”

Ferrandino ha proseguito esprimendo forti dubbi sulle motivazioni della Corte: “Non conosciamo ancora le motivazioni che la Corte ha preso per ridurre drasticamente le pene ai due americani e già uno dei due viene mandato ai domiciliari nella splendida cornice di Fregene. Mario Cerciello Rega, valorosissimo servitore di Stato, è morto sotto i colpi di undici coltellate, ma evidentemente non si era inteso che i fendenti non fossero terminati il 26 luglio di cinque anni fa. Viene piuttosto voglia di pensare che ci sia ‘una Giustizia al contrario’.”

Un caso che continua a dividere

Il caso dell’omicidio di Mario Cerciello Rega ha diviso l’opinione pubblica italiana fin dal tragico evento del 26 luglio 2019. La riduzione delle pene e le recenti decisioni della Corte di Assise di Appello hanno ulteriormente alimentato il dibattito sulla giustizia e sulle pene comminate per reati di tale gravità.

Mentre Gabriele Natale Hjorth inizia il periodo di detenzione domiciliare, restano accese le discussioni sulla proporzionalità delle sentenze e sulla loro effettiva capacità di rendere giustizia alle vittime e ai loro familiari.