Omicidio Willy, un anno dopo: venerdì 10 la deposizione del testimone chiave
Omicidio Willy Monteiro, era il 6 settembre del 2020: il vivo ricordo del ragazzo coraggioso e le indagini in corso
Trecentosessantacinque giorni dopo il suo sacrificio, il ricordo di Willy Monteiro Duarte resta vivo più che mai.
La notizia della sua morte, già dalle prime ore della mattina del 6 settembre dell’anno scorso, cominciava a diffondersi suscitando l’indignazione della gente che, in suo nome, ha organizzato fiaccolate e manifestazioni, murali, iniziative solidali e, finanche una legge con cui si tenta di arginare la movida violenta.
Il vivo ricordo di Willy Monteiro Duarte
Willy aveva 21 anni, era di origini capoverdiane e viveva con la sua famiglia, perfettamente integrata, nel comune di Paliano nel frusinate. Lavorava come aiuto cuoco e la sera prima era uscito con alcuni suoi amici per trascorrere alcune ore in compagnia presso il locale “Due di Picche” nel vicino comune di Colleferro. Una serata che era scivolata via tra battute e risate, come accade in ogni serata tra ragazzi che si divertono. Ciò che è successo dopo le tre, circa, purtroppo è contenuto nelle testimonianze riportate nei verbali di indagine raccolti dalla procura di Velletri e che hanno portato al processo ancora in corso in corte d’assise a Frosinone.
Omicidio Willy, cosa successe la notte del massacro
Una banale lite tra giovani, che non ha visto coinvolto Willy, ha attirato sul posto in difesa dei due ragazzi di Artena, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, un altro gruppo di giovani tra i quali i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, praticanti di arti marziali ed esperti di Mma, noti per essere picchiatori seriali e coinvolti in spaccio di droga.
I quattro sono entrambi sotto processo accusati dell’omicidio volontario di Willy. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la prima lite sarebbe nata da frasi rivolte da Pincarelli e Belleggia ad una ragazza il cui fidanzato ha cercato un chiarimento prima di essere colpito da Belleggia.
Ne nasce un parapiglia ma che si conclude senza conseguenze.
Un amico dei due di Artena, però, temendo che le cose si mettessero male, ha chiamato i picchiatori che erano comunque a Colleferro, ma in un altro posto. I Bianchi arrivano e aggrediscono il primo che si trovano davanti: Willy che, invece, se ne stava tornando a casa. Lui, esile e “allenato” a lavorare, gli altri a picchiare duramente e prevaricare. Calci e pugni, anche mentre il 21enne era a terra, non gli hanno lasciato margini di sopravvivenza. Il processo stabilirà per ciascuno dei quattro imputati, tre in galera e uno ai domiciliari, il grado di responsabilità.
Venerdì la deposizione del testimone chiave Samuele Cenciarelli
Venerdì prossimo, in tribunale, deporrà uno dei testimoni chiave, Samuele Cenciarelli, il giovane amico di Willy, picchiato a sua volta mentre tentava di fare scudo con il suo corpo all’amico.
I due stavano raggiungendo la macchina per tornare a casa ma “a quel punto – aveva raccontato Cenciarelli ai carabinieri poche ore dopo la morte di Willy- senza che io e Willy potessimo accorgersi di ciò che stava accadendo, siamo stati entrambi aggrediti da alcuni ragazzi. Tra di essi ho riconosciuto subito i due che stavano poco prima discutendo con Federico amico di Willy. Ricordo subito l’immagine di Willy steso a terra, circondato da 4 o 5 ragazzi che lo colpivano violentemente con calci e pugni.
Il mio istinto di protezione mi ha spinto a gettarmi addosso a Willy per cercare di proteggerlo dai colpi che stava ricevendo, urlando agli aggressori che io e Willy non c’entravamo niente con quanto era accaduto prima.
Le mie richieste sono finite nel vuoto tanto che io stesso sono stato colpito da calci e pugni sempre dagli stessi ragazzi che avevano aggredito Willy. Non riesco a quantificare il tempo dell’aggressione ma posso solo dire che la violenza dei colpi subiti da me e da Willy era inaudita”.
Omicidio Willy Monteiro, i tre comuni costituiti come parte civile nel processo
Una vicenda che ha visto stringersi intorno ai parenti della vittima intere comunità; non solo Paliano dove il giovane viveva, ma anche quella di Colleferro dove il fatto è avvenuto, e quella di Artena, cittadina in cui vivono i quattro imputati, da cui tutti hanno voluto prendere le distanze. I tre comuni si sono costituiti come parte civile nel processo.
Oggi, però, serve ricordare e Domenico Alfieri, sindaco di Paliano su Facebook scrive: “Ucciso a calci e pugni per non aver guardato dall’altra parte, per aver difeso un amico in difficoltà, per aver scelto la pace alla violenza.
La scomparsa di Willy Monteiro Duarte, in questo primo anniversario, impone ancora a tutti noi una riflessione seria su chi siamo e cosa vogliamo dal futuro, per noi e i nostri cari.
Consapevoli della necessità di dover costruire insieme quelle condizioni educative, culturali e sociali indispensabili per contrastare i drammi e le derive che purtroppo avvelenano il nostro presente, sempre più povero di vera umanità”.
“Siamo vicini, come ogni giorno dell’anno, alla famiglia Monteiro Duarte”. Ha scritto su Facebook il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna.
“Siamo all’opera assieme agli enti locali ed alla Regione, come ogni giorno dell’anno, affinché la memoria collettiva custodisca il sacrificio di Willy attraverso tutti gli strumenti a disposizione. Dalla costruzione della piazza bianca, al monumento contro ogni forma di violenza, all’arte muraria, ai premi e concorsi letterari. Siamo certi che le parole giuste per descrivere il nostro stato d’animo non le troveremo mai; le azioni, più che le parole, saranno la nostra testimonianza”.