Omicron, il Sudafrica cancella la quarantena per i positivi asintomatici
La decisione sulla base del fatto che la variante è più contagiosa ma meno aggressiva. Mentre da noi, a dispetto dei numeri, si impongono assurde restrizioni ai vaccinati
Il Sudafrica, patria della variante Omicron, ha deciso di eliminare la quarantena per i positivi asintomatici. Una scelta che, seppur presa sulla base dei dati scientifici, suona come minimo un po’ avventata. Anche se, a livello di esagerazione, rappresenta l’altra faccia della luna rispetto all’Italia. Dove, a dispetto dei numeri della pandemia e della campagna d’immunizzazione, si impongono assurde restrizioni anche ai vaccinati.
Il Sudafrica non teme la variante Omicron
L’esecutivo sudafricano ha stabilito la cancellazione della quarantena per chiunque non presenti sintomi correlabili al SARS-CoV-2, per cui permangono solamente l’obbligo di mascherina e distanziamento. Lo riferisce il New York Times citando fonti dello stesso Governo di Pretoria, la cui disposizione si basa sulle evidenze riguardanti la variante indigena Omicron. Di cui è ormai acclarato che, pur essendo molto contagiosa, provoca un’infezione relativamente poco grave.
Gli esperti locali hanno spiegato che, proprio per via del rapido dilagare della mutazione, molti positivi asintomatici continuano probabilmente a socializzare. A questo punto, insistere a isolare solo quanti si sono fatti testare rischierebbe di essere inefficace, mentre il suggerimento è quello di proseguire con le vaccinazioni.
Tale posizione potrebbe lasciare perplessi, eppure l’infettivologo Matteo Bassetti, in una recente intervista all’agenzia LaPresse ripresa dal Giornale, ha espresso un concetto molto simile. «Se continuiamo con queste regole, per ogni persona risultata positiva al Covid-19 ci sono 50 persone che devono stare a casa ma ormai, per l’ampia diffusione del virus, il tracciamento non ha più senso».
Il medico genovese ce l’ha soprattutto con l’eccessivo ricorso al tampone, da cui in effetti dipende l’attuale aumento dei contagi. E che è a sua volta causato dal Green pass (base). Per rendersene conto è sufficiente confrontare i numeri attuali con quelli di un anno fa, quando non c’era ancora la profilassi.
Isterie uguali e contrarie
Per esempio, il Ministero della Salute ci informa che a ieri, 27 dicembre, gli attualmente positivi sono 537.504. Tra questi, 9.273 (l’1,72%) sono ricoverati in reparti ordinari e 1.126 (lo 0,21%) in terapia intensiva, per un tasso complessivo di ospedalizzazione dell’1,93%.
Ora, paragoniamo queste cifre con quelle del 13 novembre 2020, quando si era toccato il record di nuovi positivi in un giorno (ora appartenente al Natale 2021). In quella data, i casi attivi erano 663.926, di cui 30.914 ospedalizzati (il 4,66%) e 3.230 nelle unità critiche (lo 0,49%), per un tasso complessivo di ospedalizzazione del 5,15%.
Questi numeri confermano, da un lato, le nostre conoscenze sulla sempre più dominante Omicron, molto trasmissibile ma poco aggressiva. E dall’altro la validità dell’antidoto nel combattere la malattia severa, sancita anche dalle stime sui pazienti no vax in intensiva. «Oggi più dell’80% dei letti sono per i non vaccinati» si è sfogato l’immunologo Sergio Abrignani sulle colonne del Corsera.
Sfugge quindi la ratio di misure come quelle adottate col Dl Festività, che impone assurde restrizioni agli immunizzati. Cedendo ancora a quell’insopportabile covidstrofismo che, dopotutto, non è altro che l’isteria uguale e contraria a quella sudafricana.