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Onorato: “il no della giunta Raggi alle Olimpiadi schiaffo alla città e al Paese”

L’assessore: “Con i grandi eventi sportivi facciamo lavori utili a tutti i cittadini, come la Ryder Cup”. Malagò: “Una scelta nefasta, un deficit enorme sulle infrastrutture”

Alessandro Onorato e Giovanni Malagò al Social Football Summit

Alessandro Onorato e Giovanni Malagò al Social Football Summit (© Social Football Summit)

I no del passato come uno schiaffo a una città che sta cercando di riprendersi: questo è il pensiero di Alessandro Onorato intervenuto al Social Football Summit, svoltosi allo Stadio Olimpico di Roma. Nel corso del “panel” dal titolo “Sports events: impact, opportunity and risks”, alla presenza anche di Fondazione Milano-Cortina e del presidente del CONI Giovanni Malagò, si è parlato di infrastrutture legate al mondo dello sport e in particolare dei grandi eventi sportivi che danno modo di migliorare le infrastrutture sportive e non.

Da qui il riferimento immediato di Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, a quello che la Giunta Gualtieri ha effettuato nei primi due anni di amministrazione e soprattutto a quello che poteva essere facendo il riferimento ai no delle passate giunte.

Onorato: “Roma città da Olimpiadi senza organizzare le Olimpiadi”

Nel Rapporto alla Città il sindaco ha parlato dei grandi eventi sportivi ospitati nella Capitale negli ultimi due anni (tra i tanti Europei di nuoto, Mondiali di skate, Coppa del Mondo di triathlon, Formula E, Piazza di Siena, gli Internazionali di tennis, l’arrivo del Giro d’Italia e la Ryder Cup). Di fatto per l’assessore l’organizzazione delle Olimpiadi senza aver organizzato delle Olimpiadi: “In realtà questa battuta è venuta fuori per caso durante la conferenza stampa di presentazione della Coppa del Mondo di triathlon, elencando una serie di iniziative alla presenza del presidente Malagò, aumentando il suo scoramento per quello che fu, qualche anno fa, un momento tra i più bassi della storia della nostra città, ha detto Onorato. “Dire di no alle Olimpiadi a Roma regalandole a città amiche nelle relazioni ma competitor assolute su qualunque cosa come Parigi e Los Angeles (e non so se la mia generazione rivedrà prima o poi delle Olimpiadi a Roma), dà l’idea di quanto quello fu un atto contro la nostra città, contro il nostro Paes”.

No alle Olimpiadi: il riferimento a Raggi (e Di Battista)

Poi sul no alle Olimpiadi dettato dalla giunta Raggi, Onorato ha rincarato la dose seppur senza fare i nomi dei protagonisti di quella stagione politica romana: “La mia non è una polemica politica su un’amministrazione che non c’è più, è un atto di consapevolezza che vorrei ricordare perché in quel momento storico non soltanto la sindaca disse no, ma la maggioranza dei romani era contro le olimpiadi. E perché? Qui dovremmo fare una riflessione, perché l’anno scorso sono stato invitato ad un evento organizzato dalla Confcommercio con un sondaggio fatto a Roma, con gli stessi abitanti dove l’87% dei romani, all’anno 2022, sostengono che è stato un gravissimo errore dire no alle Olimpiadi. Ma se avessero fatto lo stesso sondaggio 5 anni prima, in cui c’era l’effetto di quelle elezioni, si diceva no alle Olimpiadi a Roma, addirittura consultando il meccanico di noto un deputato dell’epoca (riferendosi a Di Battista, che convocò un pool di cittadini per decidere il suo orientamento, ndr) come advisor se fare o no le Olimpiadi a Roma”.

“Senza la Ryder Cup stavamo ancora col cantiere di Via Tiburtina”

Da qui l’esempio sulla Ryder Cup, andata in scena a settembre: “Ho ingaggiato una serie di polemiche enormi sulla Ryder Cup: è stata un’immagine pazzesca, ma siamo riusciti soprattutto a risolvere il cantiere di Via Tiburtina che era iniziato più o meno nel 2006. Alcuni mi hanno scritto sui social ‘assessore non si vergogna che dice che c’è voluta la Ryder Cup per risolvere questa cosa?’ Assolutamente no, anzi lo dico: senza la Ryder Cup stavamo ancora col cantiere di Via Tiburtina. Quindi forse serve una riflessione nazionale, seria, sulle procedure e sugli stanziamenti affinché le città siano più competitive, perché in un attimo passiamo da Via Tiburtina al casino degli stadi che non abbiamo. Quindi i grandi eventi sono fondamentali per questa città. Se noi andiamo a fare l’elenco degli eventi a Roma negli ultimi due anni e nei prossimi mesi, vuol dire aver fatto le Olimpiadi senza aver avuto i fondi le Olimpiadi e questo l’abbiamo fatto perché crediamo (e qui mi sono guadagnato gli odi delle Sovrintendenze) che Roma non debba essere più la città immaginata come ‘Città eterna’. Roma dev’essere una città internazionale, non può essere quella città che vedi una volta e non torni più.

Noi per la prima volta ci siamo fatti una domanda, banale: ma perché qualcuno dovrebbe venire a Roma? Perché un turista dovrebbe venire a Roma? È ovvio che se Roma è vista come ‘Città Eterna’ che la vedi una volta (perché non puoi venirla a vederla così bella), ma il claim ti porta ad un’altra equazione basica: la vedo una volta e non torno più. Ecco noi rovesciamo il ragionamento e i grandi eventi sportivi non soltanto ci permettono di avere i soldi e le procedure per le infrastrutture, non soltanto permettono di stimolare i giovani e i meno giovani a fare sport ma l’ultimo dato è comunicativo-turistico: i grandi eventi ti spingono a venire a Roma anche se a Roma non vuoi più venire, perché se fai il Sei Nazioni a Roma qui devi venire qui, se lo fai a Parma devi andare a Parma, a Brindisi, ovunque”.

“L’arrivo del Giro d’Italia, seconda vergogna da recuperare”

Da qui Onorato ha fatto un passaggio sul Giro d’Italia, tornato a Roma dopo 5 anni: “Non lo dico per piaggeria nei confronti del presidente Malagò che potrebbe raccontare lui l’aneddoto, perché era la seconda vergogna che avevamo avuto dopo il no alle Olimpiadi, naturalmente un po’ inferiore. Chiamai il presidente Malagò dicendogli di aiutarci a interloquire con Cairo (RCS) che voi ricorderete che il giro era arrivato a Roma (nel 2018, ndr) e non finì molto bene. Per noi è normale che arrivi nella capitale ma il Giro d’Italia ti spinge a far tornare a Roma una volta di più centinaia di migliaia di appassionati. L’elenco sarebbe lunghissimo e spinge Roma a farla diventare moderna, internazionale e al passo con i tempi”.

Malagò: “Una scelta nefasta”

Sul no alle Olimpiadi di Roma si è espresso anche il presidente del CONI Giovanni Malagò: “Siccome si va sull’onda emotiva di quello che sono i consensi, ho troppi capelli bianchi per non capire che gli italiani sono istintivi anche in un certo periodo di consenso elettorale. Se tu passi da un ballottaggio del quasi 80% e poi a distanza di cinque anni arrivi ultimo (quarto su 4) vuol dire che la scelta è stata nefasta perché in un primo momento la gente è eccitata davanti a un’idea che sembrava una figata (ed era una follia).

Poi la difficoltà di organizzare i grandi eventi in Italia: “Noi siamo tailor made su ogni situazione perché siamo geniali rispetto agli altri (anche gli atleti lo sono per certi versi), ma c’è un problema: che tu lo sport lo puoi organizzare al meglio ma se c’hai le strutture, gli impianti, altrimenti puoi essere Einstein, Newton, ma non puoi organizzare. L’Italia in questo momento potrebbe organizzare una sola manifestazione mondiale (ovviamente se ci danno fiducia), quella di atletica leggera. Perché sulla legacy di quello che ha costruito quel signore del ventennio, risistemata nel corso degli anni, poi per i mondiali di Roma, con l’europeo che ospitiamo il prossimo anno teoricamente hai lo Stadio Olimpico con la pista di warm up che è lo stadio dei Marmi, con il Paolo Rosi e la pista della Farnesina che integrano la proposta per la candidatura dei mondiali di atletica leggera. Tutti gli altri mondiali, comprese le olimpiadi, non sei autonomo, cioè devi costruire qualcosa, in nessuno sport oppure ti devi adattare, come per esempio il mondiale di scherma a Milano”.

“Deficit culturale, burocratico, amministrativo e giuridico sulle infrastrutture”

“La Ryder Cup è stato un gran successo ma se l’è inventato una signora, privata, che è Lavinia Biagiotti, che aveva il Marco Simone a Guidonia che ha investito e ci ha messo in condizione di realizzare la Ryder Cup. Un giornalista che mi ha chiesto ‘serve fare questo?’ Alessandro l’ha raccontato in modo, io in un altro. Non c’è stato un investimento pubblico dal 1956-1960 (Olimpiadi di Cortina e di Roma) a oggi, 67 e 63 anni da qualsiasi Governo per qualsiasi evento sportivo, salvo se avevi una coercizione. Vuol dire che sei obbligato a farlo, ti sei preso l’impegno di farlo, altrimenti vai a casa.

Così come la Ryder Cup, l’ho visto con i miei oggi perché c’ero 24 ore prima quando stavano facendo il collaudo della Tiburtina per farci passare 55mila persone al giorno tra cui 7mila bus. Ma anche per la Braccianese o l’uscita della Centrale del Latte, ora chi ci passa sa che la situazione è migliorata alla grande. Dopodiché evento clamoroso e tutti vogliono tornare a Roma, tutti vogliono darci fiducia, tutti votano noi quando c’è una candidatura, lo dico sempre. La materia prima la lavoriamo come nessun altro, però noi abbiamo questo deficit: culturale (sì), burocratico (certamente), amministrativo (probabile), giuridico (non ne parliamo nemmeno) che è il tema dell’infrastruttura.”

Euro 2032: “Meno male che ci siamo ‘agganciati’ alla Turchia”

“Perché ci siamo dovuti (e meno male che l’abbiamo fatto) ‘agganciare’ alla Turchia per ospitare l’Europeo? Anche qui abbiamo dovuto fare di necessità virtù, perché se andavi da solo, diamo per scontato che avremmo battuto la Turchia (non lo so), ma poi quando tu vai a firmare, devi firmare che minimo devi mettere a disposizione per l’organizzazione almeno 10 stadi con determinati requisiti e parametri. Oggi (con 8 anni davanti) hanno questo tipo di requisito l’Olimpico, San Siro (a cui bisogna comunque ridare una sistemata in vista dalla finale di Champions League) e lo Juventus Stadium che comunque non può ospitare la partita inaugurale e quella finale, dopodiché gli altri due stadi non hanno comunque i requisiti per l’Europeo (gli stadi di Reggio Emilia e Udine), per gli altri parti col calvario: Bari, Verona, Napoli, Genova, Bologna, Firenze, Cagliari.

“Allora ecco perché questa equazione grande evento-grande opportunità-grande investimento economico. Il governo qualsiasi, vuole fare bella figura e destina i fondi che sarebbero finiti in altri capitoli di bilancio. Sapete come fondazione quanto abbiamo di contributo pubblico per organizzare i Giochi? ZERO, no è una battuta. Nel frattempo hanno emanato un DPCM con 3,4 mld che servono per fare tutto quello che non c’entra con le Olimpiadi. Fai delle opere infrastrutturali che in tutto il mondo ci sarebbero con una pianificazione che da noi se non c’è il grande evento non esiste. E perché non esiste? Primo perché c’è sciatteria, disordine e mancanza di mentalità imprenditoriale, seconda cosa perché, lo dico con franchezza, sono arrivato a novembre 2023 e da quando abbiamo preso le Olimpiadi siamo già al quinto governo, ed è complicato con Presidente del Consiglio diverso, un rappresentante allo sport diverso, un dipartimento diverso. Adesso che sulla carta dovrebbe esserci una legislatura piena non dovrebbero esserci alibi”.