Ora solare, da stanotte lancette indietro di sessanta minuti
Alle 3:00 di domenica saluteremo l’ora legale, che tornerà a fine marzo 2024: si potrà dormire di più, ma alcuni vivono questo cambiamento come un mini jet lag
Stanotte, dopo sette mesi, scatterà di nuovo l’ora solare, che resterà in vigore fino al prossimo 31 marzo 2024. Alle 3:00 del mattino di domenica 29 ottobre le lancette andranno perciò spostate 60 minuti indietro. Ciò consentirà di dormire un’ora in più, ma farà anche perdere un’ora di luce al giorno: e per alcuni l’evento si ripercuote negativamente sulla propria salute.
Consigli contro i disturbi del sonno
La notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre segnerà dunque il ritorno dell’ora solare, altresì detta “ora civile convenzionale”. L’orario antelucano è stato scelto perché è quello in cui la circolazione dei mezzi pubblici è meno frequente, per poter minimizzare le discordanze rispetto agli orari programmati.
Gli orologi riprenderanno quindi ad allinearsi col meridiano del fuso orario di riferimento – nel caso dell’Italia, il cosiddetto “Tempo dell’Europa Centrale”. Come riporta il Corsera, una persona su tre vive questo cambiamento alla stregua di un mini jet lag, con effetti nefasti sul proprio benessere. L’alterazione del ritmo circadiano, aggiunge Adnkronos, può infatti intensificare nervosismo, stanchezza e mancanza di sonno, riducendo la produttività lavorativa e accrescendo il rischio di infortuni e incidenti.
Per ovviare a queste eventualità, ci sono alcune pratiche che possono giovare. Per esempio, è consigliabile smettere di mangiare 3 ore prima di coricarsi, smettere di lavorare 2 ore prima e smettere di usare dispositivi elettronici un’ora prima. Inoltre, si suggerisce di andare a letto un po’ prima nei giorni precedenti per aiutare il corpo ad adattarsi al nuovo orario. Ed è utile anche, una volta alzati, esporsi alla luce del Sole per 10-15 minuti, e iniziare la giornata facendo attività fisica.
La storia dell’ora solare e legale
Come riferisce National Geographic, il primo a proporre la modifica del riferimento orario, per risparmiare sulla spesa in candele, fu nel 1784 Benjamin Franklin. Va però precisato che l’inventore del parafulmine si era limitato a scrivere un articolo satirico, che tuttavia alcuni presero sul serio, aprendo effettivamente il dibattito.
L’idea però non avrebbe avuto alcun seguito fino all’inizio del Novecento, quando venne rispolverata dall’imprenditore inglese William Willett. Il quale però morì nel 1915, un anno prima di vedere realizzato il suo proposito, dapprima osteggiato e poi reso drammaticamente attuale dalla Prima Guerra Mondiale.
Anche l’Italia ricorse all’ora legale nel 1916 come misura bellica, salvo sopprimerla e ripristinarla più volte nel corso dei successivi decenni. Solamente una legge del 1965 – applicata per la prima volta nel 1966 – rese definitiva l’adozione del cosiddetto “orario estivo” nel Belpaese.
Si sarebbe invece dovuto attendere il 1996 per avere un’armonizzazione interna ai Paesi dell’Unione Europea. Quella stessa Europa che nel 2018 ha presentato un progetto di abolizione del cambio d’orario, che lascerebbe decidere ai Ventisette se mantenere l’ora solare o legale. La Direttiva provvisoria, presentata dalla Commissione Ue, è stata approvata dall’Europarlamento nel 2019, ma non ancora dal Consiglio Ue, del cui placet necessita per diventare vincolante.
Fino ad allora, vi saranno due giorni l’anno in cui la sabbia nella clessidra scorrerà a velocità diversa. D’altronde, non teorizzava forse Albert Einstein che il tempo è relativo?