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Ostia, aggressione giornalista: Suburra e Gomorra? Filmetti per educande

Quando si dice che la realtà supera la fantasia. Un luogo comune trito e ritrito che si tira fuori dal cassetto

Quando si dice che la realtà supera la fantasia. Un luogo comune trito e ritrito che si tira fuori dal cassetto per commentare dei fatti che generalmente accadono solo nei film, dove, quasi sempre, i “buoni” vincono e i “cattivi” o muoiono, o marciscono in galera a vita. Torni a casa dal cinema o ti alzi dal divano della tv, vai a letto e vedi il telegiornale prima di addormentarti.

Oggi la fantasia degli autori e soggettisti di storie cinematografiche deve galoppare velocemente se vuole attrarre spettatori, perché  ci si deve confrontare  con una realtà difficile da superare. Nei nostri anni digitali si è parlato di realtà virtuale, dove entravi con un casco elettronico in un mondo costruito al computer, nel quale interagivi con personaggi di fantasia. Poi si è parlato di realtà aumentata, dove  attraverso occhiali, o proiezioni sul parabrezza della tua auto, o addirittura tramite lenti a contatto,  osservi ciò che ti circonda, “aumentato” da dati che si immaginano utili alla tua vita quotidiana.

A questo punto possiamo parlare tranquillamente di una nuova realtà, la “realtà superata”, e una nuova era di comunicazione si prospetta davanti ai nostri occhi. Ma ritorniamo al momento di quando, tornati a casa dal cinema o sollevati dal divano della tv, ci infiliamo nel letto e diamo un ultimo sguardo alle  notizie prima di addormentarci.

Ecco che ci appare il giornalista Daniele Piervincenzi, inviato del programma di Rai Due “Nemo – nessuno escluso” che pone delle domande a un signore di etnia sinti, Roberto Spada, fratello di un boss, di Ostia, Carmine Spada, condannato a dieci anni per estorsione con l'aggravante del metodo mafioso. Il giornalista gli domanda semplicemente perché si fosse fatto fotografare con un esponente di Casapound, Luca Marsella, leader di una delle liste del X Municipio di Ostia. Per tutta risposta Spada gli dà una violenta testata sul naso, rompendoglielo, e poi insegue il malcapitato operatore Edoardo Anselmi, picchiandolo ripetutamente con uno di quei bastoni gomma dura in dotazione ai fascisti d'azione.

Ed eccoci alla “realtà superata”. Sto guardando il Tg o il trailer di una delle puntate della terza serie di Suburra? O di Gomorra? Non lo so, non lo capisco, sono confuso. Mentre il sangue scende copiosamente dal naso fratturato del povero giornalista, mi si chiudono gli occhi e, mentre cerco il telecomando per spegnere il televisore, penso che forse l'autore di questo film ha esagerato con le scene.

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