Ostia, i bandi balneari e il futuro incerto del litorale romano
Gli stabilimenti balneari si preparano a lanciare le campagne abbonamenti, vendere i posti in spiaggia e pianificare i lavori di manutenzione. Ma con quale sicurezza?
![Spiaggia di Ostia al tramonto](https://www.romait.it/wp-content/uploads/2023/05/Spiaggia-di-Ostia-1024x576.jpg)
Il litorale di Ostia si trova in un momento delicatissimo della sua storia. Il Campidoglio ha finalmente presentato i tanto attesi bandi per le concessioni balneari, mentre i gestori storici degli stabilimenti guardano a questo passaggio come a un colpo di teatro destinato a complicare ulteriormente una situazione già sull’orlo del collasso.
Sulla carta, la nuova stagione balneare dovrebbe portare a un rinnovamento del sistema delle concessioni, aprendo la gestione delle spiagge a nuovi soggetti e, nelle intenzioni del Comune, garantendo maggiore trasparenza ed equità. Ma tra le maglie di questa operazione si nascondono incognite enormi che rischiano di paralizzare il litorale romano, già piegato da anni di erosione, incuria e incertezze amministrative.
Riportiamo una riflessione di Franco Petrini, gestore della Nuova Pineta e Pinetina ed esponente del sindacato balneari (Sib), che ha rilasciato una intervista al Corriere della Sera.
Ostia: il litorale in ginocchio tra mareggiate e degrado
Chiunque abbia passeggiato sul lungomare di levante negli ultimi anni sa che le spiagge di Ostia non sono più quelle di una volta. L’erosione marina ha portato via metri e metri di sabbia, costringendo alcuni stabilimenti a chiudere porzioni intere delle loro strutture. Alcuni lidi, come il Kursaal, necessiterebbero di opere di bonifica da oltre mezzo milione di euro per poter essere rimessi in funzione.
Ed è proprio qui che nasce la domanda: quale imprenditore sarebbe disposto a investire cifre del genere sapendo di avere una concessione della durata di un solo anno?
La risposta è evidente: nessuno. O almeno, nessun investitore serio che voglia puntare su un progetto sostenibile nel lungo periodo. E così si rischia il paradosso: le nuove concessioni non attireranno grandi investitori, ma rischiano di lasciare spazio a speculatori senza reali prospettive di sviluppo per il litorale.
I bandi del Campidoglio: qual è il progetto reale?
Il Comune ha salutato i nuovi bandi come un successo amministrativo, una dimostrazione di forza che finalmente spezza il monopolio dei “soliti noti” sulla gestione delle spiagge. Tuttavia, dietro questa narrazione si nasconde una realtà molto più complessa.
I criteri di assegnazione, secondo i balneari storici, sono troppo vaghi e non garantiscono continuità imprenditoriale. Chiunque subentri dovrà partire da zero, senza attrezzature, senza strutture, senza un piano d’azione chiaro.
E poi c’è il tema dei ricorsi: praticamente tutti i concessionari storici sono pronti a impugnare i bandi, portando a una cascata di azioni legali che potrebbero bloccare tutto. Se così fosse, la stagione estiva potrebbe iniziare nel caos più totale, con stabilimenti in bilico tra una gestione transitoria e l’attesa delle sentenze amministrative.
Il rischio più concreto è che Ostia resti congelata in un limbo di contenziosi, senza possibilità di sviluppo e con il litorale lasciato a se stesso.
Chi gestisce oggi non può programmare il domani
Nel frattempo, gli attuali concessionari devono fare i conti con un’altra grande incognita: come gestire la stagione che sta per iniziare?
Gli stabilimenti balneari si preparano a lanciare le campagne abbonamenti, vendere i posti in spiaggia e pianificare i lavori di manutenzione. Ma con quale sicurezza? Chi spende oggi per rinnovare le strutture rischia di perdere tutto domani, nel caso in cui la concessione finisca nelle mani di un altro operatore.
E chi subentra, invece, dovrà partire da zero, senza cabine, ombrelloni o lettini, con il solo risultato di lasciare lo stabilimento in uno stato di abbandono.
Un litorale senza strategia: il vero problema di Ostia
Al di là delle polemiche politiche, il vero problema è che Ostia non ha una strategia di sviluppo chiara. I bandi, così come sono stati concepiti, non risolvono il problema strutturale del litorale romano, ma si limitano a cambiare i nomi sulla carta senza affrontare le sfide reali.
Il nodo centrale rimane la mancanza di investimenti pubblici per la riqualificazione del lungomare. Senza un piano concreto per arginare l’erosione, migliorare i servizi e rendere il litorale un vero motore turistico per la città, qualsiasi bando rischia di essere una toppa su un sistema che continua a fare acqua da tutte le parti.
Se Ostia deve davvero rinascere, serve un progetto ambizioso, non una guerra tra ricorsi e assegnazioni temporanee. Altrimenti, il rischio è che il litorale romano resti una cartolina sbiadita del passato, incapace di guardare al futuro con un vero piano di rilancio.