Papa Francesco ai giovani: “Consumare meno carne, rompere tendenze autodistruttive”
Papa Francesco in occasione della conferenza europea dei giovani ha invitato al consumo responsabile e limitato della carne
Papa Francesco aveva già mostrato la sua sensibilità ambientale in diverse occasioni, innanzitutto con la sua seconda enciclica Laudato sì, titolo che riprende il magnifico e commovente Cantico delle Creature di San Francesco, in cui il santo loda il Signore per le sue meravigliose creature.
Papa Francesco e la riduzione della carne, l’appello ai giovani
In una lettera inviata ai partecipanti alla conferenza europea dei giovani che si è tenuta a Praga, Papa Francesco ha invitato i ragazzi a “rompere la tendenza autodistruttiva del consumismo”, in quanto “è urgente ridurre il consumo non solo dei combustibili fossili ma anche di tante cose superflue. E inoltre in alcune aree del mondo è conveniente consumare meno carne questo può anche aiutare a salvare l’ambiente“. Poi sulla guerra in Ucraina ha affermato: “Qualcuno ha detto che, se il mondo fosse governato dalle donne, non ci sarebbero tante guerre, perché coloro che hanno la missione di dare la vita non possono fare scelte di morte. Allo stesso modo mi piace pensare che, se il mondo fosse governato dai giovani, non ci sarebbero tante guerre: coloro che hanno tutta la vita davanti non la vogliono spezzare e buttare via ma la vogliono vivere in pienezza”.
Da quanto scrive la Repubblica la dieta di Papa Francesco non è vegana ma il pontefice segue un regime alimentare molto sobrio, a base di frutta e vegetali, e solo una volta a settimana proteine animali; questo anche per evitare di aumentare di peso aggravando la sua infiammazione al ginocchio.
Magistero ecologico, mistero divino
Dunque il pontificato di Francesco Bergoglio si conferma attento alla vita degli animali, all’equilibrio degli ecosistemi e alla conservazione degli habitat, valori laici intesi però come dovere affidato all’uomo di custodire il giardino del Creatore, in un rapporto di connessione spirituale e ontologica tra terra, umanità e divino. Una sorta di ecologia teologica integrale, in cui la difesa dei deboli evangelica deve farsi impegno anche per la protezione dell’ambiente e di tutte quelle creature che non possono verbalizzare la loro sofferenza. Sostenibilità che non sia solo retorica “green” o un “riguardo ecologista” senza sacro.
Una sostenibilità che non si limiti alla terra in quanto casa che abitiamo finché calati nel tempo, ma amore vivo ed entusiasta (da entusiasmo, ossia avere Dio dentro) per il pianeta in quanto espressione della potenza cosmica del Creatore. Magistero ecologico, mistero divino.
Perché l’ambientalismo non sia fanatismo scientista e mondano senza Cielo, e perché la Fede non sia sradicata dal suo albero terreno. Terra, corpo dell’incarnazione, luogo dell’Eterno che si fa secolo, dell’infinito che si fa storia attraverso la venuta di Cristo.
Primato umano, responsabilità etica
Ricordiamo che lo stile di vita del vegetarianismo è presente in numerose e antichissime tradizioni religiose in tutto il mondo, soprattutto in India: nell’induismo, giainismo, buddismo e sikhismo. Anche nell’antica Grecia molti filosofi e saggi sedevano ad una tavola senza sangue. Si tratta di concezioni e filosofie diverse da quella cristiana cattolica, nella quale si afferma il primato umano sul creato, posizione di levatura ontologica in cui la cura per l’eden terreno è in funzione della devozione per l’opera di Dio. Insomma non si tratta di un’attenzione “animalista” per ogni essere a branchie o piume, ma della partecipazione al legame tra natura, umanità e divinità.
Tale primato tuttavia non deve tramutarsi in antropocentrismo (dice il registro laico), in orgoglio e tracotanza, nell’idolatria di sé (dice la voce del mistico), un primato che implica la responsabilità etica dell’uomo verso la natura.
Scrisse Schopenhauer: “Io non conosco nessuna preghiera più bella di quella che concludeva gli antichi spettacoli teatrali dell’India. Dice: Possano tutti gli esseri viventi restare liberi dal dolore!”.