Papa Francesco contro la liberalizzazione delle droghe leggere e la cultura della produttività
Papa Francesco ha pure criticato la cultura dell’efficienza e della produttività che non ammette fragilità e debolezze, spingendo molti a ricorrere a sostanze dopanti
In occasione della Giornata Mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, Papa Francesco ha espresso con forza la sua posizione contro la liberalizzazione delle droghe leggere, una pratica che, secondo il Pontefice, non riduce la dipendenza ma anzi ne incrementa il consumo. Durante l’udienza in piazza San Pietro, Francesco ha sottolineato come la liberalizzazione delle droghe sia una “fantasia” già attuata o proposta in diversi Paesi, che non solo non risolve il problema ma lo aggrava.
La tragedia della dipendenza e il dovere morale
Papa Francesco, conoscendo personalmente le storie tragiche dei tossicodipendenti e delle loro famiglie, ha dichiarato che è moralmente doveroso porre fine alla produzione e al traffico di queste sostanze pericolose. Ha esortato la società a investire nella prevenzione, evidenziando come i “trafficanti di morte”, mossi dalla logica del potere e del denaro, siano responsabili di una piaga che produce violenza, sofferenza e morte. Gli spacciatori sono definiti senza mezzi termini come “assassini”, un’accusa forte che richiama la responsabilità di tutti nel combattere questa piaga sociale.
La sofferenza interiore e la dignità umana
Il discorso di Papa Francesco non si è fermato alla condanna del traffico di droga, ma ha anche messo in luce la sofferenza interiore di chi ne fa uso. L’abuso di droghe è segno di una profonda sofferenza, e il Papa ha esortato a essere più attenti e comprensivi verso il prossimo per poter intervenire tempestivamente con aiuto e supporto. Citando San Giovanni Paolo II, Francesco ha ricordato che l’abuso di droga impoverisce le comunità, mina i valori e distrugge la voglia di vivere. Ma ogni tossicodipendente mantiene una dignità inalienabile in quanto figlio di Dio, e la sua storia personale va ascoltata, compresa e amata.
Le comunità di recupero: una speranza
Nel suo discorso, Papa Francesco ha lodato le comunità di recupero ispirate dal Vangelo che ha visitato durante i suoi viaggi. Rappresentano una testimonianza viva e speranzosa dell’impegno di preti, consacrati e laici nell’applicare la parabola del Buon Samaritano, offrendo supporto e cura a chi è caduto nel baratro della dipendenza. Il Pontefice ha anche espresso conforto per gli sforzi delle Conferenze episcopali nel promuovere legislazioni e politiche giuste per i tossicodipendenti e per la prevenzione.
Un appello alla società e alla conversione
Non è la prima volta che Papa Francesco usa parole forti contro il dramma della droga. In un messaggio inviato al Congresso Internazionale dei Tossicologi Forensi, il Papa ha evidenziato come i giovani, in particolare, siano colpiti dalla dipendenza, spesso alla ricerca di punti di riferimento e sollievo dall’angoscia e dalla mancanza di senso. Ha criticato la cultura dell’efficienza e della produttività che non ammette fragilità e debolezze, spingendo molti a ricorrere a sostanze dopanti per apparire all’altezza delle aspettative.