Parabola politica di Silvio Berlusconi, aggrappato a un protagonismo quasi patetico
Berlusconi, ferito dai numeri del post elezioni, sta tentando disperatamente di ostacolare il percorso della Meloni verso il mandato
Si spinge ancora una volta sotto i riflettori, ma non più come il protagonista assoluto sul palcoscenico delle piazze di Roma o di Palazzo Chigi o a Montecitorio. Piuttosto prima comparsa nel fumoso dietro le quinte della politica italiana.
L’audio “rubato” al Cavaliere
Le dichiarazioni rubate (si fa per dire) di Berlusconi rivolto ai suoi fedelissimi, sulla vodka, sul lambrusco, sulle lettere dolcissime divise col suo amico fraterno Putin, con chiosa finale di barzellette poco brillanti, disegnano un uomo testardamente aggrappato a un protagonismo quasi patetico: un ruolo che ormai il Presidente ha perduto.
Berlusconi, ferito e svilito dai numeri del post elezioni, sbranato da una destra che egli stesso ha contribuito a creare, depauperato dal potere e dal controllo che esercitava fino a ieri, sta tentando disperatamente di cospargere il percorso della Meloni verso il mandato, di un pericoloso liquido infiammabile.
Berlusconi, Ronzulli e Casellati
Ronzulli ieri, Casellati oggi. Giorgia non si lascia intimidire. Il prossimo Presidente del Consiglio lascia appena trapelare che non è ricattabile. Un segnale che la musica è cambiata e che il passaggio di testimone a destra, è definitivo.
In zona Cesarini, quest’ultima sviolinata a Putin – con perla di saggezza sulla terza guerra mondiale ormai alle porte che forse solo il Cavaliere potrebbe e saprebbe evitare grazie alla sua diplomazia… Potrebbe essere un modo di avvicinarsi alle posizioni della Lega di Salvini, da sempre ammiratore di Putin e contrario alle sanzioni contro la Russia. E far fronte, opporsi a Giorgia Meloni, ma il rischio è che le ultime truppe del Cavaliere potrebbero non ascoltare più le favole del vecchio leader, e disertare, passando alla corte di Fratelli d’Italia.
Il Presidente Sergio Mattarella mai come oggi rappresenta la sicurezza su cui si identifica ancora il nostro Paese. Un’Italia stanca di assistere a spettacoli di cabaret che ormai detesta e che non saprebbe nemmeno più come pagare, e che si appresta piuttosto a vivere una stagione di conflitti drammatici tra distacchi di energia, inflazione, scioperi e tagli diretti su tutti i fronti.
Mai come oggi le parole hanno un peso. E dal Quirinale solo silenzio, in attesa delle liste.