Patrimonio di Roma Capitale, ancora dubbi sulla vendita
Commissione Bilancio: “Vogliamo i dati sugli immobili da alienare”
Si è appena conclusa la seduta della Commissione Capitolina del Bilancio, inerente la vendita del patrimonio immobiliare di Roma (in riferimento alla delibera 88/2013).
La delibera, varata in sede di Commissione Capitolina del Patrimonio alla presenza del presidente Pierpaolo Pedetti, aveva ad oggetto l’autorizzazione all’alienazione del patrimonio immobiliare di proprietà di Roma Capitale. Nel documento si specificava che veniva vietata la rivendita dell’immobile prima di 5 anni e che il conduttore non dovesse essere proprietario di un’altra abitazione all’interno del Comune di Roma. Ad essere venduto l’intero stabile immobiliare, con annessi locali, ad eccezione degli stabili assegnati alle Associazioni. All’epoca della delibera, non era ancora stato reso noto un elenco degli immobili da alienare (se non orientativo), come si legge nel testo. La richiesta, dunque, è che gli immobili fossero stimati prima di essere alienati.
Un’altra istanza avanzata in occasione della discussione della delibera, era che ad occuparsi della gestione della vendita degli immobile fosse la Società Risorse per Roma, e che il ricavato fosse reinvestito per l’acquisto di alloggi E.R.P. (Edilizia Residenziale Pubblica), probabilmente per fronteggiare l’emergenza casa con un piano di housing sociale (ovvero un piano che metta a disposizione alloggi, servizi, strumenti e azioni a sostegno di quanti non riescono a soddisfare sul mercato il proprio bisogno abitativo, per ragioni economiche o per l’assenza di un’offerta adeguata, ndr).
La proposta è stata ridiscussa congiuntamente con la Commissione Bilancio, che si è svolta questa mattina e in occasione della quale le forze di opposizione (Frongia – M5S, Onorato – Lista Marchini, Cozzoli Poli – Alleanza Popolare Nazionale) si sono opposte all’espressione del parere e hanno chiesto di recuperare previamente altre informazioni del patrimonio. Gli stessi (Frongia, Onorato e Azuni del Sel) hanno infatti evidenziato come non siano stati forniti i dati richiesti sugli immobili da alienare.
Lo stesso M5S aveva infatti presentato 2 richieste di accesso agli atti, e aveva anche effettuato dei sopralluoghi presso gli immobili in vendita, definiti “alcuni non di pregio, altri dei veri e propri gioielli”.
La seduta si è pertanto conclusa con un nulla di fatto: il presidente Ferrari è stato costretto a rimandare ad un nuovo incontro che si terrà una volta acquisite le informazioni richieste sugli immobili in vendita.
Bisognerà poi considerare che alcuni degli immobili sono a carattere residenziale e che, pertanto, potrebbe esserci un diritto di prelazione esercitabile da parte degli inquilini.