Pedopornografia, gli arresti in tutta Italia e il dramma nelle famiglie
Conosco più di una famiglia i cui figli sono stati coinvolti in casi di pedofilia e dalle loro storie sono nate associazioni contro la pedopornografia
Pedopornografia. Conosco personalmente più di una famiglia i cui figli sono stati coinvolti in casi di pedofilia. Dalle loro storie sono nate un paio di associazioni contro la pedofilia.
Ricordo con grande dolore i racconti di mamma Flavia e papà Nicola che mentre faceva delle ricerche su internet per aiutare la figlia abusata, in quel momento passava la figlia Nicoletta che, guardando il monitor riconobbe l’immagine del suo aguzzino, ha chiesto: “Come fai a conoscere quello?” E poi: “E’ cattivo … è cattivo, specie quando si mette gli occhiali sulla testa”. Di questa vicenda ne esistono, purtroppo, prove video.
La bambina ha riconosciuto un volto, il volto di una persona nota, famosa e conosciuta che può appartenere al mondo del cinema, dello spettacolo, come dello sport e della politica. Anche in questo caso lasciamo le considerazioni del caso al lettore.
La pedopornografia un crimine odioso
Ricordo molto bene gli incontri che con le famiglie coinvolte facemmo in una specie di taverna. Le condizioni erano quelle di staccare le batterie dei telefoni cellulari e lasciare le parti, divise, ben visibili sul tavolo. Nessuna registrazione né appunti.
La pedofilia. Cosa sia lo sappiamo tutti. Una deviazione dell’essere umano che qualcuno ha pure provato di far passare, in Italia e per legge, come orientamento sessuale.
Un orientamento sessuale come l’omosessualità o l’eterosessualità, possibile? Ho conosciuto persone, a me care e vicine, che si sono battute in nome della verità e della tutela dei bambini. In cambio hanno ricevuto azioni intimidatorie.
Arriva notizia sabato scorso di una maxi operazione contro la pedopornografia in tutta Italia. La Polizia Postale ha individuato una rete di pedofili italiani che su una nota piattaforma di messaggistica scambiavano materiale pedopornografico.
Condanniamo il pedofilo e chi divulga immagini con il solo scopo di creare un mercato squallido del sesso minorile.
Il pedofilo, in Italia, è perseguibile penalmente solo se commette un reato a sfondo sessuale, a danno di un minore. Ma se esistono persone che mercanteggiano e divulgano immagini sessuali di bambini, forse sarebbe il caso che anche l’Italia, come ha fatto il Presidente Donald Trump, dichiari guerra a quel mercato.
Come dice la nostra stessa legge, chi rimane a guardare mentre si compie un reato è ugualmente colpevole rispetto a chi lo sta commettendo. Si chiama connivenza.
Non esiste una regola generale che imponga di intervenire in qualunque caso si venga a conoscenza di un illecito. Ci sono però delle eccezioni nelle quali la legge impone di non rimanere inerti di fronte a un delitto e anzi, ci obbliga a intervenire per provare a impedirlo. E ancora: se la sola presenza di una persona sul luogo del delitto rafforza il proposito criminale di chi materialmente commette l’illecito, il primo risponde a titolo di concorso morale nel reato.
Non vi sembra che l’Italia dovrebbe avvalersi di un provvedimento per la tutela e la prevenzione alla lotta alla pedofilia e alla sua diffusione?
Il Decreto Legislativo n. 39 del 4 marzo 2014 stabilisce che il soggetto che intenda impiegare al lavoro una persona per lo svolgimento di attività professionale o attività volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con minori, deve richiedere il certificato penale al casellario giudiziale, al fine di verificare l’esistenza di condanne per reati contro i minori. L’obbligo riguarda il datore di lavoro.
Le sanzioni amministrative previste per il datore di lavoro che non adempie all’obbligo di richiesta sono comprese tra i 10 mila ed i 15 mila euro.
Qui il problema non è una questione lavorativa. Il web è diventato uno strumento per fare del male e non si può pensare di combattere questo nemico con armi diverse che non siano le sue.
L’Italia ha schierato l’esercito per inseguire persone con la mascherina che correvano, da sole, per esercitare il diritto alla salute. Ci metterà lo stesso impegno quella stessa politica che ha utilizzato i droni e inviato i pompieri, per combattere la pedopornografia?
* Nel rispetto della privacy ogni riferimento a cose, persone e luoghi sono stati cambiati. Per cui i nomi che avete letto sono di pura fantasia
Alessandro Capobianchi
Novità sul sito di Roma capitale: banner contro la violenza sulle donne