Pensionati quota 100: più uomini che donne
Quota 100 coinvolge i lavoratori in possesso di due requisiti: 38 anni di contributi e 62 anni di età
Il D.L. n. 4/2019, entrato in vigore il 29 gennaio 2019, con riferimento alla cosiddetta “Quota 100”, garantisce la possibilità di anticipo dell’età pensionabile, in alternativa alle tradizionali modalità di pensionamento previsti dalla Legge Fornero, per i lavoratori in possesso di due requisiti: 38 anni di contributi e 62 anni di età. Salvo ulteriori modifiche e avendo natura sperimentale, il decreto esplica i propri effetti per chi raggiunge i detti requisiti entro il 31 dicembre 2021.
Secondo un’indagine statistica condotta dal Il Sole 24 Ore sui nuovi pensionamenti quota 100, la maggioranza dei beneficiari, che raggiungono precisamente quota 26.831, sono prestatori di lavoro che svolgono la propria attività nell’Italia Settentrionale, sebbene di origini meridionali.
I dati rilevati consentono tra l’altro di giungere a due ulteriori conclusioni: in primis, mettendo a confronto tutte le regioni italiane in relazione al numero di erogazioni, al primo posto della classifica si colloca la regione Lombardia con 3.844. Diversamente, nelle regioni meridionali di Sicilia, Puglia e Calabria se ne contano circa 1.700.
In secondo luogo, quanto al sesso dei pensionati, incredibilmente su un totale di 26.831, addirittura 23.966 sono uomini e quindi solo 2.865 donne in pensione. Questo dato non è certamente di poco conto, dal momento che è espressione dell’asimmetria di genere che caratterizza ancora il mercato del lavoro italiano, anche se si attende il termine per le quotiste impiegate nel settore scolastico e nei pubblici uffici per alzare la media.
Focalizzando invece l’attenzione sul quantum percepito mediamente dai soggetti in possesso dei requisiti richiesti dalla legge per godere della pensione, esaminando i dati dell’Inps, risulta che il 45% percepirà un importo lordo tra gli Euro 1.000 e 1.500, mentre circa il 34% una somma superiore alla precedente sino ad un lordo di Euro 3.000.
Peculiarità della cessione del quinto Inps
Ricordiamo che i pensionati possono essere beneficiari di varie forme di finanziamento, tra cui una delle una delle più interessanti è la cessione del quinto INPS (per ulteriori approfondimenti: http://www.calcoloprestito.org/guida/cessione-quinto-inps).
In particolar modo, nel momento in cui un pensionato si trovi ad esempio nell’impossibilità di fronteggiare nell’immediato un’ingente spesa (ad esempio, per la ristrutturazione di un immobile, spese mediche ecc), potrà richiedere a talune banche un prestito tramite cessione del quinto della pensione, avvalendosi per giunta delle agevolazioni sui tassi previsti dalle convenzioni INPS.
In relazione alla durata del finanziamento ed all’ammontare della singola rata mensile, in linea generale essi possono essere personalizzati dal richiedente in base alle proprie esigenze, con dei limiti: l’importo della singola rata non potrà mai superare il valore del quinto del netto della pensione percepita e il prestito non può avere una durata superiore a 120 mesi.