Perché Hamas ha provocato Israele sapendo che terribile reazione ci sarebbe stata? Ecco la trama
E’ impensabile che Hamas abbia potuto sperare di vincere una guerra contro Israele, nemmeno col sostegno degli Hezbollah
Qualche giorno fa parlavo di politica internazionale con un amico e naturalmente la discussione è caduta anche sui fatti della striscia di Gaza e su Israele. Entrambi ci siamo posti una domanda:
Perché Hamas ha provocato Israele?
Per quale ragione Hamas ha sferrato quel duplice attacco terroristico massacrando la popolazione del kibbutz e uccidendo e rapendo i ragazzi del rave party, sapendo perfettamente che questo atto avrebbe scatenato una reazione spaventosa da parte di Israele? Che vantaggio avrebbe potuto trarne?
Sarebbe impensabile immaginare che Hamas abbia potuto sperare di vincere una guerra contro Israele, nemmeno col sostegno degli Hezbollah dal Libano, dalla Siria o dallo Yemen. E’ evidente che l’Iran se ne sarebbe tenuto fuori, che non avrebbe avuto alcun interesse a intervenire in maniera manifesta. Senza contare il prezzo che la Palestina avrebbe pagato in termini di vite umane. Prova ne è il fatto che ad oggi, a meno di un mese dal conflitto, nella sola striscia di Gaza, si contano quasi 10.000 morti tra la popolazione civile: uomini, donne e bambini.
E quindi che vantaggio poteva trarne Hamas?
L’altro giorno ho visto del fumo levarsi dal giardino della casa del mio vicino. Così gli ho telefonato, preoccupato, per chiedergli cosa stesse accadendo. Mi ha risposto dicendomi che aveva scoperto un enorme nido di vespe che gli impediva l’accesso al capanno degli attrezzi e che per questa ragione l’aveva bruciato. Così le vespe, quelle sopravvissute, se ne erano andate e non sarebbero più tornate non avendo più un nido cui fare ritorno.
Questa immagine mi ha fatto pensare ai bombardamenti su Gaza: a oggi, oltre il 50 per cento degli edifici e delle strutture sono stati distrutti o resi inagibili per sempre dalle bombe israeliane. La popolazione palestinese sta piano piano abbandonando quella zona di guerra perché non ha scelta e probabilmente non perché Israele le aveva consigliato di farlo prima dei bombardamenti. Evacuare due milioni e mezzo di persone in pochi giorni è un’impresa quasi impossibile. Quando questa guerra finirà e Gaza non esisterà praticamente più, dove faranno ritorno i palestinesi nel frattempo fuggiti altrove?
Tra Hamas e Israele è evidente lo squilibrio di forze, almeno al momento. L’epilogo finale più plausibile è che i palestinesi non avranno più un posto cui fa ritorno. Chiederanno rifugio nei paesi arabi circostanti (sperando che li accolgano) e probabilmente Israele finirà per occupare l’intera Palestina.
E ritorniamo alla domanda iniziale: perché Hamas ha sferrato l’attacco terroristico del 7 ottobre sapendo che il risultato finale sarebbe stato un suicidio in termini di vite umane e sul piano politico e militare?
Così, da buon appassionato di film di controspionaggio e di fantapolitica, pellicole in cui s’ipotizzano complotti clamorosi e colpi di scena incredibili, ho pensato di scrivere la sceneggiatura di un film dai risvolti a dir poco impossibili.
La trama è la seguente:
Dopo settanta anni di attentati, guerre, occupazioni, rappresaglie, Israele e la Palestina non hanno ancora trovato un accordo.
Israele non ne può più di attentati, minacce e scontri.
I veri capi di Hamas, banchieri e finanzieri, quelli che comandano davvero e che vivono in lussuosi hotel di certi paesi orientali, che non si sono mai sporcati le scarpe da mille dollari con la polvere di Gaza e che hanno sempre usato i miliziani di Hamas come manovalanza militare per i lavori sporchi, quelli ai quali interessano solo soldi e potere e non si curano del destino del popolo palestinese, hanno capito che il tempo del terrorismo è finito e non può più dar loro frutti e che va cercata una soluzione alternativa alla guerra per preservare soldi e potere.
Cosi una parte dei servizi segreti deviati israeliani e una frangia ultra-nazionalista dell’esercito della stella di David lavorano in segreto, tenendo all’oscuro il governo, lo Stato Maggiore e i capi del Mossad, per trovare una soluzione definitiva al problema palestinese.
Avviene così un incontro segreto tra questi e alcuni capi di Hamas di cui sopra.
Il patto scellerato è il seguente: questi ultimi finanzieranno e convinceranno i comandanti degli eserciti di Gaza a sferrare un attacco terroristico senza precedenti. Il 7 ottobre del 2023 attaccheranno un kibbutz, massacrandone gli abitanti, e contemporaneamente uccideranno e rapiranno alcuni ragazzi israeliani durante un rave party. Lo scopo è chiaro. Un’aggressione così brutale e inumana scatenerà inevitabilmente lo sdegno di gran parte dell’occidente e la rappresaglia feroce di Israele.
Il casus belli è fornito su un piatto d’argento.
I capi dei servizi segreti israeliani deviati e i comandanti dei reparti nazionalisti considereranno il sacrificio di alcuni concittadini massacrati durante l’attacco terroristico come “danni collaterali necessari“, vittime da sacrificare per un bene superiore.
I capi di Hamas, coinvolti nell’accordo, una volta terminato il conflitto, otterranno l’immunità e ruoli di potere in quella che diventerà (la striscia di Gaza) un territorio sotto mandato Israeliano.
“L’intento espresso del mandato è quello di aiutare quelle popolazioni considerate incapaci di autogovernarsi (Palestinesi), a sviluppare i loro organismi istituzionali, in previsione di un ritiro da parte delle potenze occupanti (Israele) , considerate “progredite”, dalle aree loro affidate”.
Quindi Gaza, dopo essere stata rasa al suolo dai bombardamenti israeliani e ricostruita dagli stessi, acconsentirà ai palestinesi rifugiatisi altrove di tornare, indire nuove elezioni, che vedranno ovviamente favoriti gli ex i capi di Hamas coinvolti nel patto scellerato. Hamas sarà ufficialmente smantellata, il governo di Abu Mazen in Cisgiordania, perse le elezioni, si scioglierà come neve al sole e anche quei territori verranno fagocitati da Israele.
Problema palestinese risolto.
Per ora…
E’ chiaro che si tratta della trama di un film che non potrebbe mai trovare riscontro nella realtà, ma il bello del cinema è che si può raccontare tutto e il contrario di tutto.
Questo film è dedicato a tutte le vittime civili di ogni guerra.