Petizione: no al campo di golf alle Terme di Caracalla
Petizione contro la sentenza del Tar del Lazio che annulla la decisione del Mibact
Si spera che non siano le Terme di Caracalla ad ospitare il campo da golf, sul quale un progetto era già stato presentato, per poi essere bocciato dalla Soprintendenza. Però poi è intervenuto il ‘Tar’, che con sentenza ha annullato la decisione del Mibact di non permettere la costruzione di un campo da golf davanti alle Terme di Caracalla a Roma.
Lo stesso ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Dario Franceschini, ha annunciato che “non ci si arrende ad una prima sentenza, come è stato per l’Ermo Colle leopardiano”. In realtà il ministro, in conferenza stampa, ha anche sostenuto che in Italia, soprattutto nel Mezzogiorno, “c’è un gran bisogno di campi da golf, che potrebbero attrarre il turismo straniero. Penso per esempio a un turismo statunitense di un certo livello che verrebbe volentieri in Sicilia ma non lo fa perché non trova una rete di grandi alberghi né campi da golf”. Ma soprassediamo.
A rinforzare le dichiarazioni del ministro Franceschini – quelle sul ‘no’ al campo di golf alle Terme di Caracalla – anche una petizione, a firma del Comitato Rinascimento di Roma.
“Una società privata, di nome ‘Bastioni di Sangallo’, che presentò un progetto per la costruzione di un Campo da Golf, con annessa ‘Club House’, su un area di 60.000 mq. situata in Roma, tra le Mura Aureliane e le Terme di Caracalla, già bocciato dal Ministero dei Beni Culturali e dalla Regione Lazio, conseguentemente ad un parere negativo della Soprintendenza alle Antichità di Roma, ha fatto ricorso al TAR del Lazio, che ha annullato le decisioni delle Autorità Pubbliche” – si legge nel testo della petizione.
“Diciamo no – si legge ancora – a questo ennesimo scempio del nostro patrimonio culturale, che ha un valore che va al di là delle competenze del TAR del Lazio ed è perlomeno di livello mondiale. Il patrimonio culturale italiano, tutto il patrimonio, deve essere tutelato con maggiore efficacia perché non venga messo nelle mani di qualsiasi interesse privato. Bisogna fermare gli autori dello scempio. Che il Governo, la Regione, il Comune di Roma intervengano con urgenza e pesantemente per far valere l’interesse pubblico, che coincide in questo caso con le aspettative del mondo intero. Chiediamo anche a tutta la pubblica opinione, anche quella internazionale, di condividere questo appello sottoscrivendolo”.