PNRR: soldi troppo difficili per l’Italia o troppo facili per la mafia?
Ecco perché, i soldi del PNRR andranno a riempire le tasche delle Mafie, senza “aiutare” gli Italiani
Pnrr, soldi troppo difficili per l’Italia e troppo facili per la Mafia?
La Mafia non uccide più. E’ quanto viene da tempo rilevato da tutti gli addetti ai lavori che vivono il fenomeno della criminalità organizzata in prima linea.
La Mafia non uccide più
Purtroppo, quella che potrebbe sembrare una buona notizia, un segnale che certifichi il successo dell’annosa lotta, rischia di rappresentare in realtà il “nuovo corso” intrapreso dalle mafie. Infatti, come sempre, la Criminalità nostrana è la prima a cogliere le occasioni per espandersi territorialmente ed infiltrarsi capillarmente le strutture proprie del mondo legale.
L’enorme massa di denaro per lo più proveniente dal traffico della droga, ha permesso in questi anni che ad essere drogate non fossero solo gli strati più disparati della popolazione, ma anche e soprattutto i canali legali dell’economia globalizzata.
Il caro Libero Mercato, alterato in modo sfacciato dall’innesto incontrollato di denaro di provenienza illecita, è ormai sempre più evidentemente sotto il controllo delle organizzazioni criminali.
Così, i boss mafiosi, hanno riscoperto e rivalutato il vecchio e “bistrattato” reato di truffa, dandogli una nuova valenza e pertinenza nelle strategie di espansione criminale.
PNRR: per la Mafia soldi facili
Considerato il fatto che da tempo gli strati dirigenziali delle burocrazie, a partire dalla circoscrizione comunale, fino agli apparati più vicini al potere centrale sono sufficientemente controllati dai “manager” delle organizzazioni mafiose, sarà un gioco da ragazzi impadronirsi con poco rischio della pioggia di denaro proveniente da Strasburgo.
La truffa di oltre 4 miliardi di euro, consumatasi nelle “prime dosi” del super bonus 110, è solo un esempio dell’illecito arricchimento ai danni dell’intera società civile da parte delle mafie, ormai a loro agio con gli abiti dai “colletti bianchi”.
In precedenza, le “forzature” al Sistema, si verificavano soprattutto in ambito comunale o regionale con strascichi in molti casi cruenti. Oggi la canalizzazione degli aiuti di stato verso il mare controllato dalle mafie rischia di essere la nuova frontiera del business criminale.
La mattanza del Reddito di cittadinanza
Un primo assaggio ci è stato dato con la mattanza del reddito di cittadinanza. Le erogazioni incontrollate hanno aperto un varco in discesa verso la più facile delle acquisizioni di denaro di Stato.
In effetti, grazie al sodalizio già da anni collaudato con Istituzioni e Classe dirigente, il trasversalismo politico delle Mafie sta ottenendo una importante legittimazione a livello nazionale.
La polverizzazione delle ideologie politiche, permette ai gruppi criminali di essere presenti nell’intero arco parlamentare. L’importante è avere un cavallo “vincente” in ogni area politica, che una volta eletto saprà come sdebitarsi.
Il reato di Truffa aggravata: un reato che vale la pena rischiare
Ma, l’aspetto più allettante di questa “nuova frontiera” è il rischio estremamente basso rispetto al reato che si va a compiere ed alla sua remunerazione: la Truffa aggravata
Dobbiamo considerare infatti che, per tale reato, il rischio massimo per una sentenza passata in giudicato si tramuta in massimo 2/3 anni di reclusione di carcere non certamente “duro”. D’altra parte, tradizionalmente, nel nostro Paese, i reati tipici dei “colletti bianchi”, sono difficili da provare.
Inoltre, questi comportano pene miti o inesistenti e per di più con prescrizione breve. Infatti, la maggior parte dei processi inerenti a queste fattispecie criminose non si celebreranno, in quanto temporalmente posti nella coda dell’agenda processuale.
Addirittura, in molti casi, l’azione criminosa stessa non esiste come fatto di reato perché non riconosciuta, né mai valutata dal legislatore.
Pnrr, la truffa della Mafia e riforma della Giustizia
Ecco perché, i soldi del PNRR andranno a riempire le tasche delle Mafie, senza “aiutare” gli Italiani “normali”.
Forse, nella “obbligata” riforma della Giustizia, un capitolo a parte andrebbe riscritto anche in ordine al reato di Truffa. Ricordando che Totò e Peppino sono ormai morti da tempo e non possono più vendere la Fontana di Trevi al bifolco americano pieno di dollari. Per cui, adesso, non c’è più nulla da ridere.