Poliziotti come maiali nel murales di San Basilio
Continua a far discutere l’enorme murales dipinto nel centro del quartiere popolare di Roma
Sono passati quarant’anni da quell’8 settembre del ’74 che aveva visto una vera e propria guerriglia urbana svilupparsi tragicamente per le vie del popolare quartiere romano di San Basilio. Migliaia e migliaia di persone dei comitati di lotta per la casa di fronte a centinaia di agenti di polizia, vigili urbani e carabinieri. Chi c’era ricorda la battaglia che si era scatenata per le strade dove volava di tutto. Dai mattoni alle bottiglie incendiarie, ai lacrimogeni. La cosa, poi, sarebbe degenerata ulteriormente quando si sarebbe cominciata la conta dei feriti fino alla tragica uccisione di un giovane colpito da un proiettile.
Ed è proprio a Fabrizio Ceruso, il povero ragazzo morto allora, che si era voluto dedicare il gigantesco murales che campeggia sulla facciata di un palazzo nel centro del quartiere. L’immagine rappresenta San Basilio che troneggia sull’abitato durante uno di quei momenti di lotta tra manifestanti e polizia. Da una parte il lancio di pietre dai palazzi, dall’altra gli agenti che si trasformano in pecore e maiali.
L’opera, ci dicono molti residenti, non è comparsa dal giorno alla notte. “Ci hanno lavorato per diversi giorni, spiegano, e sembrava dovesse essere un omaggio al patrono del quartiere. Poi la sorpresa!”.
Intanto si raduna un piccolo capannello di persone che vuole vedere il dipinto ormai ultimato.
“E’ una vergogna, dice qualcuno. Perché mettere insieme santi, maiali, lotte,polizia? Che roba è? Chi li ha autorizzati?”.
La discussione si anima. “Perché, non è vero che sono maiali?” Qualcuno applaude. Qualcun altro cambia strada non prima di aver scattato qualche foto con il cellulare.
Nessuno di quelli che raccontano e che vogliono dire la propria opinione ci lascia il nome. Quasi si avesse paura di una qualche ritorsione. “Sono stati qui a pitturare per giorni, dalla mattina alla sera, dice una signora appena uscita da negozio di alimentari vicino, e non si è visto un vigile che chiedesse almeno un’autorizzazione”.
“Vogliono riaccendere le braci che covano da quarant’anni, continua un vecchio del quartiere. Ormai, ha concluso sconsolato, San Basilio è conosciuto solo per fatti di droga e di cronaca. Stiamo tornando indietro. Tutto, nell’indifferenza generale del Comune e delle Istituzioni. Perché non vanno a pitturare i palazzi di altri quartieri o del centro? Qui si può fare qualsiasi cosa?”.
Prima del dipinto murales di questi giorni c’erano stati altri murali d’autore, autorizzati.
“Belli, per carità, raccontano alcuni abitanti delle zone interessate, ma secondo noi non hanno fatto altro che ghettizzare ancora di più un quartiere che ha solo bisogno di legalità. Fossimo in un quartiere cosiddetto “normale”, non sarebbe venuto in mente a nessuno di affrescare le pareti dei palazzi per lanciare messaggi come a scuola. E’ così difficile da capire? Ecco, hanno continuato, ora i pittori e i fotografi e tutto il codazzo di sociologi vari se n’è andato, magari con una “stelletta” in più sul petto da esibire perché fa curriculum. E noi? Noi restiamo qui e continuiamo a non uscire di sera e a sopportare spaccio, delinquenza e strade che sembra di essere al Gran Premio di Formula 1. Non è una vergogna?”.
Nel frattempo, dalle prime ore del mattino e ben prima dell’alba, una pattuglia della polizia staziona davanti al murales e sono stati cancellati gli agenti che si trasformano in maiali. Anche il Sindaco, ci dicono, si è accorto del fatto. E’ già qualcosa?