Pranic healing: il mondo dell’energia raccontato da Francesca Angrisano
Alzi la mano e senti il manifestarsi del problema. Dipende dalla tua sensibilità, da quanto e cosa percepisci durante l’azione

Choa Kok Sui e Francesca Angrisano
Francesca Angrisano è presidente della Fondazione Summa Salus di Roma. Da oltre 30 anni si occupa di Discipline Bio Naturali, pratiche finalizzate al mantenimento e al recupero del benessere psicofisico della persona. Ricopre anche il ruolo di formatrice nazionale e coordina attività formative in diverse regioni italiane. L’abbiamo incontrata per una intervista.
Conoscere se stessi con il pranic healing
Come si può definire l’attività, l’introspezione, gli approfondimenti di cui ti occupi?
La tecnica con cui opero si chiama Pranic healing, che significa prana e guarigione, ovvero guarigione attraverso l’energia. Il pranic healing è stato portato in tutto il mondo dal Maestro Master Choa Kok Sui. La famiglia aveva origini cinesi ma lui ha trascorso la sua intera vita nelle filippine. Figlio di padre cattolico e di madre buddista tibetana ha frequentato la scuola gesuita. Si è laureato in ingegneria. Era un uomo molto ricco. Master Choa Kok Sui ha impostato un percorso che è tecnico/spirituale. Vuol dire che questa è una tecnica che ti fa crescere e ti apre gli occhi su un mondo che noi mai avremmo immaginato esistesse.
Se vogliamo spingerci ancora più in là di tutti i vari concetti che ruotano attorno a questa tecnica, perché a prescindere dal fatto che poi una persona faccia o meno questa esperienza, posso sostenere con certezza che è un tipo di percorso che segna l’esistenza di chi ne fa uso. Il problema, se così vogliamo definirlo, nasce quando ti scontri, in senso metaforico, con chi ti dice che non crede a ciò che stai facendo, dal momento che la tecnica del pranic healing è qualcosa che non è visibile o tangibile ai loro sensi. Sostengo che di ciò che si vede o si tocca ne sappiamo abbastanza.
Il mondo dell’invisibile
Quindi, perché non cercare di capire meglio ciò che non si vede entrando in quel mondo dell’invisibile che, a mio modesto parere, si fa sentire sempre e comunque ogni giorno? Nella vita bisogna essere soprattutto coerenti ma le persone amano molto di più sentirsi razionali, perché in questo modo si sentono al sicuro.
Anche tu però sei in qualche modo razionale!?
Ma certo! Altrimenti in questo istante non sarei qui davanti a te a fare l’intervista. La razionalità fa parte di noi, del nostro modo di essere e di esistere. Non c’è nulla di male se la facciamo rimanere entro certi limiti. Ad ogni modo, per noi operatori, la parola razionalità ha un altro significato. Tornando a quelle persone che ti dicono che non credono se non vedono o toccano, personalmente mi chiedo come fanno a sostenere ciò se non sanno nulla di questa materia evidentemente a loro sconosciuta? Io li inviterei a stare con me un periodo per insegnargli a mettere le mani nel mondo invisibile. Solamente allora potremmo riparlarne.
Per capire meglio, Francesca, una cosa importante per noi comunicatori è avere delle parole chiave. Ad esempio, il mondo invisibile di cui tu parli è senz’altro una parola chiave. Ma che significa per te mondo invisibile? A cosa ti riferisci?
Mi riferisco a tutto ciò che non vediamo. Se ti dico emozioni, le vedi? Penso proprio di no! Le intenzioni, i pensieri, li vedi, li tocchi? Eppure guidano la nostra vita. Definiscono ciò che siamo, il nostro percorso di vita. Se io ho delle forme pensiero nella mia testa, la mia vita andrà in un modo. Se io sono una persona razzista, le mie azioni saranno di quel tipo. Se io penso che se sono una persona buona Dio mi ama, allora sarà tutta un’altra cosa la mia vita. Quindi, dire non credo al mondo invisibile è come affermare che non esisti.
Aprire gli occhi può emozionarci
Abbiamo capito che il mondo invisibile va approfondito, ma se una persona ti dicesse: perché mai dovrebbe interessarmi questo mondo invisibile?
Se io imparo a conoscere il mondo invisibile in qualche modo, questo potrà aiutarmi nella vita pratica. Devi sapere che io ho sempre combattuto la separazione fra quello che è il mondo spirituale e il mondo materiale, non si può sostenere che se fai una cosa non puoi fare l’altra. Non è assolutamente così. Per una persona che cerca di migliorare se stessa è tutto spirituale. Con la conoscenza del mondo invisibile io miglioro le mie prestazioni personali, le relazioni in famiglia, nel sociale, le amicizie, perché è un metodo per scrutare la realtà da un altro punto di vista.
Qualche tempo fa mi hanno chiesto come vedo il momento storico che stiamo attraversando? Allora, sono due le cose. Se di fronte alle prove ti metti paura, o scappi rifugiandoti in situazioni che vanno dagli aperitivi tutte le sere, agli amici, alle droghe e quanto di peggio c’è, oppure lo neghi e ti contrapponi dicendo che tra un po’ faremo un salto e andremo a finire tutti in un’altra dimensione. Io non credo nemmeno a questo. Ciò in cui credo è l’impegno delle persone che ognuno di noi mette per migliorare se stesso, la propria vita e la vita di chi gli sta vicino, perché se sei una persona equilibrata se ne avvantaggia tua moglie, i tuoi figli e i tuoi fratelli.
E’ l’equilibrio che ha una sua importanza?
Certo! L’equilibrio passa attraverso la conoscenza del pranic. Se potessi insegnerei il pranic healing nelle scuole come stile di vita, ma non perché devono diventare tutti degli operatori, non è questo il progetto. L’idea è di aprire la mente, poi dove arrivi arrivi. E’ un lavoro psicologico di fondamentale importanza.
Come misurare la nostra energia
Come funziona la tecnica del pranic? In altre parole quando una persona si trova di fronte a te come agisci?
Faccio un’analisi dell’energia della persona.
Ma in che modo avviene questa analisi?
Attraverso ciò che noi chiamiamo scanning, che è l’esplorazione dei centri energetici che tutti conoscono e che si chiamano chakra. Penso che tutti abbiano sentito parlare dei chakra che vuol dire ruota, vortice. Questo vortice viene analizzato e dall’analisi si possono ottenere tante informazioni, si può risalire a una patologia fisica o a un disturbo emozionale. Intervenire su questi centri, vuol dire migliorare la condizione della persona. Siccome io faccio questo lavoro da oltre trent’anni, so cosa significa entrare nel mondo interiore di un essere umano, che è sacro, che è un tempio, e quando tu mi autorizzi a entrare nel tuo tempio, solo per questo io ti dovrei ringraziare.
Da questo mio agire, le persone possono sentirsi un po’ meglio, migliorare tanto ma possono anche guarire, o meglio, uscire da un disagio. Tuttavia, non ti nascondo che ci sono state delle persone che dopo il miglioramento dal punto di vista della salute, si sono allontanate, perché hanno avuto paura della guarigione. Una cosa che voglio precisare è che io non faccio nulla se non il fatto di attivare il meccanismo di autoguarigione a chi mi sta di fronte.
Ma se tu che ti sottoponi al pranic hai deciso, seppure inconsciamente, di non voler guarire, ti garantisco che nessuno potrà mai fare qualcosa di buono per te e per la tua salute. Come ha sempre detto il mio maestro, la guarigione avviene nel momento in cui una persona decide di voler guarire. Nessuno di noi è in grado di guarire se l’altro non lo desidera.
L’energia attraverso il radar delle mani
Come avviene questa esplorazione dei centri energetici, e cosa avverti?
Avviene attraverso le mani, mentre si avverte una sensibilità. E’ una tecnica che viene insegnata già a livello base del pranic healing.
Ma oltre al tipo di problema che può avere la persona, come riesci a percepire in quale parte del corpo bisogna agire per aiutarla?
Alzi la mano e senti il manifestarsi del problema. Dipende dalla tua sensibilità, da quanto e cosa percepisci durante l’azione. Può sentire calore, può sentire freddo, o può succedere che la mano si fermi lì e non vada oltre. Per esempio, quando ci sono malattie molto gravi ti sembra di mettere le mani nella melma. In tutto questo ci tengo a sottolineare che non lavoro mai senza il parere dei medici. Ritengo che la coesistenza delle due esperienze sia sempre positiva.
Dietro i riflettori
Se lavoro da oltre trent’anni è proprio perché me ne sono stata sempre dietro la tenda. A me non interessa venire alla ribalta. Mi interessa la guarigione della persona, soprattutto nel cuore, perché è da lì che parte tutto e attraverso le esperienza che faccio ti posso garantire che ho imparato tanto e sono cresciuta, soprattutto nel cuore. E sai perché? Perché c’è stato un momento in cui non riuscivo ad accettare le persone che non volevano guarire.
E’ stato uno degli ostacoli più grandi per me. Alla fine, mi sono resa conto che dovevo rispettare la decisione della persona di non voler guarire. Andava rispettata quella che era la sua storia personale e intima. Può darsi che, ogni volta, con il mio trattamento abbia messo una goccia nell’oceano di tanti cuori. Può darsi. Io credo di sì e ti dico che va bene così. E siccome credo nella vita, penso sia meglio una gocciolina che niente affatto.