Presidential Inauguration. A Palazzo Ferrajoli l’Italia che tifa Trump
Ore 18 in punto di venerdì 20 gennaio 2017. Donald Trump è a tutti gli effetti il nuovo presidente in carica degli Stati Uniti di America
Tutti lo chiamano “effetto Trump”. La nuova ondata che sta colpendo la politica internazionale ma anche gli equilibri interni delle potenze europee compresa l’Italia. L’impatto che stanno avendo le scelte del Tycoon americano sullo scenario internazionale , nuovo approccio con la Cina e Taiwan, disincanto e generale perplessità sulla funzione ed utilità degli organismi internazionali, producono effetti anche nella politica interna dei maggiori protagonisti europei come Germania Francia Italia. Da noi, cosi come sta avvenendo anche in Francia, cresce la spinta contro l’Europa ed aumenta il sentimento generale di coloro che vengono definiti “sovranisti”.
Se Trump ha riproposto con forza il concetto di “America agli americani”, anche in Europa tornano a prendere vita e sostanza le idee di chi pensa ad un ritorno a confini nazionali ben definiti, politiche monetarie fondate sull’economia reale dei territori, ed al superamento di realtà sovranazionali come l’Europa in favore della riedizione di nuovi “Stati nazione”. L’Inghilterra ha fatto scuola in merito con la brexit. Per capire come sta agendo “ l’effetto Trump” in Italia, è stato illuminate seguire da vicino l’evento svoltosi il 20 gennaio scorso a Palazzo Ferrajoli organizzato in occasione del “Presidential Inauguration”, cioè la cerimonia ufficiale con la quale il Presidente degli Stati Uniti prende pieno possesso dei suoi poteri, pronunciando il suo primo discorso alla nazione.
Ore 18 in punto di venerdì 20 gennaio 2017. Donald Trump è a tutti gli effetti il nuovo presidente in carica degli Stati Uniti di America. Il 45 esimo nella storia degli States.
Un grande evento di rilevanza planetaria visto il ruolo che gioca l'America nello scacchiere internazionale. Ma anche una grande occasione per capire come la nazione, patria del capitalismo liberale, saprà interpretare la crisi economica e dei mercati, quali ricette vorrà adottare, quali nuove strade deciderà di solcare. Piazza Colonna 355, la sede, palazzo Ferrajoli, un gruppo di associazioni tra cui "Italians 4 Trump", "associazione verso il futuro", "alternativa per L'Italia" e "Centro per la promozione del libro", hanno organizzato un evento speciale riservato a personalità delle istituzioni della cultura dell'economia e dell'imprenditoria, per seguire in diretta e commentare tutte le fasi dell'insediamento del nuovo presidente americano Trump. Sul maxi schermo in collegamento da Washington scorre la cerimonia. Ore 17,50, "che Dio mi aiuti ", termina il giuramento del vice presidente Mike Pence, lui è il primo nella linea di successione presidenziale e viene eletto, congiuntamente al presidente, per un mandato di quattro anni. 10 minuti dopo, alle 18,00, Trump è il 45 esimo presidente degli USA. Poi subito il silenzio nell'affollata sala di palazzo Ferrajoli per ascoltare con attenzione le prime parole che il neo Presidente rivolgerà alla nazione.
Si riferisce subito agli ex presidenti Bush, Clinton e Obama; alla Corte suprema e ai cittadini e li ringrazia, poi fa i complimenti ad Obama per come ha gestito la transizione. Questo il primo messaggio che denota subito nonostante le polemiche sulla sua figura che l'America è una democrazia matura. Poi ripercorre i temi sui quali ha costruito il suo successo tra gli americani: "La ricchezza non è stata condivisa e mentre noi festeggiamo, ai quattro angoli del paese ci sono famiglie che soffrono"…. "Ciò che conta non è quale partito ha il potere ma come viene gestita l'amministrazione. E voi cittadini avete il controllo"…."Servono posti di lavoro e periferie sicure, sono richieste legittime dei nostri concittadini"…."La scuola continua a perdere terreno e i nostri giovani non hanno le competenze necessarie"….
"Per troppi decenni abbiamo arricchito paesi esteri a danno delle nostre industrie. Non c'è sicurezza nei posti di lavoro la ricchezza della classe media è stata erosa è stata dispersa in altri paesi del mondo. Nessuno deve più restare indietro"….."Da oggi avremo una nuova prospettiva da oggi inizia il cambiamento"…."Tutto sarà negli interessi dei lavoratori. Impegnerò tutto me stesso ed io non vi venderò mai"…."Rinfrescheremo il sogno americano"….."Cercheremo amicizia e buoni rapporti con altri paesi e non cercheremo di imporre i nostri interessi sugli altri. Saremo in accordo con gli interessi degli altri paesi"…."Al cuore della nostra politica ci sarà la lealtà totale alla nostra costituzione"…."Il nostro paese dovrà diventare inarrestabile"…."Saremo protetti dal più grande esercito mai esistito"…."Il nostro popolo tornerà a vivere nel benessere. Possiamo sprigionare il talento grazie alle nostre tecnologie"……."Non sarete più abbandonati non sarete più ignorati. La vostra volontà sarà la nostra stella polare"….."Insieme renderemo di nuovo grande il nostro paese".
Nei commenti a caldo e negli interventi dei convenuti, professori universitari esponenti di istituzioni ed associazioni politico culturali, l'idea è che la vittoria di Trump possa giovare all'Italia per sbloccare un sistema politico economico vincolato ad una Europa che non fa l'interesse dei popoli. Addirittura qualcuno si augura che con Trump alla Casa Bianca e la sua ricetta per l'economia americana, si possano rivedere in Italia nuove politiche economiche keynesiane. Davvero un segnale da valutare con attenzione ai fini della evoluzione della politica italiana se si pensa che gli organizzatori dell'evento appartengono ad un area socio-culturale che per anni ha avuto come riferimento politico il centro destra e le politiche liberiste.
Nei passaggi chiave del discorso di Trump alcune parole d'ordine richiamano i temi politici portati avanti in Italia dal movimento 5 stelle. Trump usa lo slogan di Grillo quando dice "nessuno deve restare indietro" e sottolinea che con la sua amministrazione ci sarà il "cambiamento" quello vero. E forse è proprio per questo che in Italia la sua elezione viene vista da molti fronti politici con sdegno e preoccupazione esattamente così come viene considerato il Movimento 5 stelle.
Trump ha vinto non solo tra la middle class promettendo una riduzione delle tasse ma ha vinto anche tra la lower class garantendo attenzione al lavoro anche attraverso l'adozione di misure protezionistiche. Se si chiede ad un americano perché ha scelto di votare Trump, la risposta ricorrente è la seguente: "perché la Clinton è una bugiarda". Dunque il popolo americano ha voluto premiare un presidente che incarna la forza anti sistema, quel sistema che fino ad oggi ha prodotto per l'America solo più tasse più disoccupazione e ha difeso i grandi interessi economici. Trump nel suo discorso dice:"…io non vi venderò mai"…. "non sarete più abbandonati non sarete più ignorati". Anche Trump come il 5 stelle in Italia è atteso alla prova dei fatti.