Presidenziali Usa, l’FBI nascose le prove della corruzione di Biden?
Una “gola profonda” rivela l’esistenza di un file dell’agenzia sugli affari “opachi” di Sleepy Joe e del figlio Hunter: un documento datato giugno 2020, in piena campagna elettorale…
Mentre si iniziano ad affilare le armi in vista delle Presidenziali Usa del 2024, a sorpresa torna alla ribalta la tornata elettorale del 2020. Colpa o merito (a seconda dei punti di vista) di un whistleblower del Federal Bureau of Investigation. Che ha scoperto il vaso di Pandora relativo agli affari “opachi” dell’intera famiglia Biden, chiamando in causa in prima persona proprio Sleepy Joe.
Clamorose rivelazioni sulle Presidenziali Usa del 2020
Clamoroso a Washington, in particolare dalle parti dell’House Committee on Oversight and Reform, il principale comitato investigativo della Camera americana, attualmente a guida repubblicana. Che, come riporta il New York Post, ha ordinato all’FBI di produrre un documento la cui esistenza è stata rivelata da una “gola profonda”. Un documento che legherebbe Joe Biden a uno «schema criminale» basato su «soldi in cambio di decisioni politiche» quando il diretto interessato era vicepresidente di Barack Obama.
Se finora, dunque, i sospetti si sono concentrati sui traffici “oscuri” del figlio Hunter, adesso potrebbe esserci un coinvolgimento diretto del leader democratico. Il quale, aggiunge La Nuova Bussola Quotidiana, avrebbe sfruttato la propria posizione per curare gli interessi finanziari “di famiglia”. Arrivando a orientare la politica energetica d’Oltreoceano verso il gas naturale ucraino per agevolare Burisma Holdings, l’azienda nel cui Cda figurava il first son.
Anche le tempistiche appaiono estremamente significative, perché l’agenzia federale ha «creato o modificato» il file che dimostrerebbe la corruzione del Nostro nel giugno 2020. Ovvero, in piena campagna elettorale per le Presidenziali Usa. Però scelse di girarsi dall’altra parte, di fatto insabbiando il caso in modo analogo a come i social network censurarono scientemente lo scoop originario sull’erede.
Si dirà, com’è già accaduto il mese scorso – e sempre per una Biden connection – che l’FBI non intervenne per evitare di influenzare il voto. E non è forse questo stesso un modo per influenzare il voto?