Primo ciak a Roma per il corto: “Indovina chi ti porto a cena”
Con l’amichevole partecipazione di Cécile Kyenge, Jonis Bascir e Alla Krasovitzkaya
Prendono il via sabato 26 maggio, le riprese del corto “Indovina chi ti porto per cena” vincitore del Bando MigrArti promosso dal Mibact. Con l’obiettivo di contribuire alla valorizzazione e alla diffusione delle culture di provenienza delle comunità di immigrati stabilmente residenti in Italia, nell’ottica dello sviluppo della reciproca conoscenza, del dialogo interculturale e dell’inclusione sociale, il corto è prodotto da Goldenart Production S.r.l. e WellSee S.r.l. e si avvale della preziosa sceneggiatura di Pierpaolo Piciarelli. La regia è invece affidata al giovane regista Amin Nour presidente della NIBI: Neri italiani, straniero di seconda generazione di origine somala che è anche il protagonista. Già vincitore del Bando MigrArti 2017 con il corto “Ambaradan”, presentato l’anno scorso alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
“Indovina chi ti porto per cena” è un viaggio pittoresco tratto da una storia realmente accaduta trasformata in commedia per portare lo spettatore a riflettere su temi sensibili distruggendo barriere o preconcetti che impediscono una reale percezione della realtà. Uno squarcio sulla Roma di oggi che mostra i figli dei migranti nelle varie sfaccettature, condito con ironia ed enfatizzando la dimensione del linguaggio come veicolo per abbattere pregiudizi e stereotipi.
Un giovane di origine somala ma di evidente vissuto romano si prepara ad incontrare i genitori della sua ragazza, russa di origine ma italiana a tutti gli effetti, anzi proprio di Albano. Il racconto si focalizza sulle ore precedenti l’incontro, ore in cui vediamo la vita del nostro giovane protagonista, Mohamed, 25 anni, scorrere normalmente. Conosciamo meglio le vie di Termini, che ci appaiono come le vie di un film di Spike Lee, popolate solo ed esclusivamente da neri; entriamo in contatto con gli amici di Mohamed: tutti ragazzi di seconda generazione che passano il tempo cazzeggiando su una panchina di Piazza dei Cinquecento. Gli amici, per gioco, iniziano a sfotterlo sul suo abbigliamento, anche questo tipico dei neri che imperversano i film di Spike. Lo fanno bonariamente, ma Mohamed inizia a temere la possibile reazione dei suoceri, a cui la sua fidanzata non ha comunicato il colore della sua pelle. Per questo, si lascia convincere che è meglio dare una sfoltita al suo taglio di capelli decisamente afro. All’interno del Black Hair, un parrucchiere/barbiere africano, in una girandola di battute, esplode il conflitto generazionale sul tema dell’identità. Conflitto che Mohamed mette improvvisamente a tacere tirando fuori tutto il suo innato ottimismo: “Siamo nel 2018 il colore della pelle non conta più niente!”, urla indignato, decidendo di non tagliare i suoi capelli e di presentarsi ai suoceri per quello che realmente è. Con questa convinzione, in realtà sempre più debole, Mohamed sale sul treno che lo conduce ad Albano, dove lo attende la sua ragazza.
Il corto si avvale dell’amichevole partecipazione di Jonis Bascir (Un Medico In Famiglia), Alla Krasovitzkaya (Come un gatto in tangenziale) e Cecile Kyenge, ex ministro per l'integrazione del governo Letta e oggi europarlamentare che ha sempre sostenuto battaglie a favore dell’integrazione sociale e, anche qui, mette a servizio la propria carica istituzionale attraverso il proprio volto. Infine non possimao dimenticare il prezioso contributo di Yoon Joyce che ha interpretato film con Scorsese, Ridley Scott e altri grandi registi.