Pronto Soccorso in affanno, Simeu: “Debolezze evidenti, il sistema sta crollando”
“Il sistema sta crollando: si sta partendo per combattere l’ennesima battaglia senza un adeguato esercito e senza le giuste armi”
In tutta Italia, e non solo, il Covid torna a far paura, con i contagi che continuano ad aumentare e nuove restrizioni adottate dalle autorità. Contestualmente, anche gli accessi nei Pronto Soccorso aumentano, con gli ospedali che fanno fatica nel ricoverare pazienti entro le 24-36 ore.
“Impossibile ricoverare tanti pazienti non Covid”
Stando a quanto riportato dall’Ansa, la Società Italiana della Medicina di Emergenza Urgenza, la Simeu, ha lanciato l’allarme nel merito. Come sottolineato da alcuni specialisti infatti: “La situazione non è ancora drammatica a rischia di diventarlo. È drammatica l’impossibilità di ricoverare tanti pazienti non Covid“.
“Il sistema sta crollando”
Beniamino Susi, Direttore del Reparto d’urgenza a Civitavecchia-Bracciano, spiega: “Si stanno convertendo reparti normali in reparti Covid. Alcune volte per forza di cose anche per pochi pazienti, e ciò comporta un taglio del numero dei posti letto disponibili per altre patologie. I medici sono stanchi e affaticati. Vivono una quotidianità deprimente che giorno dopo giorno diventa sempre più insostenibile. Il Covid ci mette di fronte alle debolezze del sistema. Si sta partendo per combattere l’ennesima battaglia senza un adeguato esercito e senza le giuste armi. Il sistema sta crollando. Cosa deve ancora succedere perché se ne renda conto chi potrebbe intervenire con provvedimenti urgenti e straordinari?”.
“Si rischia lo scossone definitivo con la quarta ondata”
Il Presidente Simeu, Salvatore Manca, dichiara inoltre sull’argomento: “Bisogna accordarsi con il MIUR affinché gli ospedali diventino luogo di formazione e gli specializzandi vengano mandati e integrati nei servizi ospedalieri da subito. Se questo non accadrà i Pronto Soccorso rischiano veramente di chiudere e questo sarebbe un danno gravissimo alla comunità. Bisogna fare qualcosa subito: anche i cittadini devono aiutare medici e infermieri a reggere l’urto, a resistere, o la quarta ondata rischia di essere lo scossone definitivo“.