Protesta pullman turistici. Raggi durissima: il divieto non si tocca
La Sindaca non si lascia intimidire e liquida seccamente la questione: “Privilegi scambiati per diritti”
Loro, come abbiamo già riferito questa mattina, hanno tentato la prova di forza occupando con i pullman piazza Venezia e via del Teatro Marcello. E pretendendo, di fatto, di essere ricevuti dalla Sindaca.
Lei non si è sottratta all’incontro. Ma lo ha trasformato nell’occasione per ribadire, nel modo più deciso, che la norma in questione non si tocca: i bus turistici non possono circolare liberamente nel centro di Roma. La scelta che è stata fatta ha ragioni precise e quindi non c’è nessun margine di modifica.
“Queste persone – scrive Virginia Raggi nella sua pagina Facebook – protestano perché abbiamo deciso, dopo decenni di immobilismo, di liberare la città e i cittadini. Dopo due anni di acceso confronto con loro abbiamo approvato un regolamento che, come avviene per tutte le altre grandi città civili d’Europa, limita fortemente la loro presenza nelle piccole strade cittadine. Abbiamo messo finalmente fine a un’anomalia del passato fatta anche di tariffe stracciate, traffico in tilt e torpedoni in doppia fila nel centro della Capitale d’Italia. Avevamo preso un impegno con i cittadini e lo stiamo rispettando”.
Pullman turistici: fuori dal centro di Roma. E stop
Il divieto diventerà operativo dal primo gennaio 2019 (qui i dettagli, riepilogati sul sito romamobilita.it) e da quel momento, prosegue il testo della Sindaca, “il cuore di Roma sarà off limits per quei bus che pensano di trovarsi in un immenso parcheggio senza regole. Roma è uno dei più vasti e importanti patrimoni storici e culturali del mondo, riconosciuto dall’Unesco, e come tale va salvaguardato. E allo stesso modo va tutelata l’incolumità e la sicurezza dei pedoni. Che questo regolamento sia giusto non lo dico soltanto io. Lo confermano il Tar e il Consiglio di Stato che hanno respinto i loro ricorsi e ci hanno dato ragione”.
Quanto all’odierna levata di scudi, il giudizio è altrettanto netto: “Non è accettabile che un gruppo di persone con i loro bus rovinino la vita a più di 3 milioni di cittadini. Una protesta per difendere i privilegi che hanno avuto in tutti questi anni e che forse sono stati scambiati per diritti. Ora si cambia”.
Politicamente, la questione è da ritenersi chiusa. Resta solo da vedere se e quali sanzioni verranno irrogate per punire l’indebito “assedio” di oggi.