Punti Viola a Roma e nel Lazio, dove donne in difficoltà possono trovare rifugio
I Punti Viola, locali di accoglienza per donne sole e fragili, salgono a 6 nella Capitale mentre nel Lazio se ne contano 11
Tra i tanti problemi che affliggono la capitale e i tanti difetti che la abitano, si sta invece consolidando sempre di più un progetto tanto nobile quanto necessario. Il disegno dei “Punti Viola”, ossia quei luoghi di accoglienza per donne sole o che hanno subito aggressioni e violenze, ha visto come ultimo innesto nel gruppo quello del cinema Troisi. In totale, ora, a Roma, sono 6.
Per un rientro a casa sicuro
Il progetto appartiene a Donnexstrada, un’associazione no profit sorta su instagram nel 2021. La presidente Ilaria Saliva, assieme all’associazione, si interessa del sempre più dilagante fenomeno della violenza sulle donne e del tema della sicurezza in strada. Questo lavoro viene adempiuto grazie ai punti viola e ad una fitta rete di avvocati e psicologi.
Questo il messaggio che l’associazione manda: “Rivendicando il diritto fondamentale e inalienabile di tornare a casa in sicurezza, costruendo una rete attiva sui social e sul territorio per promuovere una partecipazione collettiva concreta, rieducando la società nei confronti della violenza di genere e supportando psicologicamente chiunque subisca delle discriminazioni“.
Saliti a 6 i Punti Viola nella Capitale
Il progetto dei Punti Viola si sta allargando sempre di più a macchia d’olio, andando progressivamente a inserirsi in più territori possibili. Lungo tutto lo stivale sono ormai 100, mentre restringendo il campo nel solo Lazio ne troviamo 11 e 6 soltanto a Roma.
Nella Capitale, oltre al neonato punto viola del cinema Troisi, troviamo la farmacia Procaccini a San Basilio, il circolo Arci Zalib a Trastevere e tre negozi all’Eur, al Pigneto e a Centocelle.
Come vengono formati i dipendenti
Nelle parole di Laura De Dilectis, riportate dal Corriere della Sera, viene fatta chiarezza su come la formazione dei dipendenti sia un prerequisito fondamentale. La vicepresidente dell’associazione e psicologa, infatti, ha precisato che per entrare serve compilare un questionario, che il locale rispetti i valori e il mandato dell’associazione, che sia aperto al pubblico e su strada.
Una volta assicurato ciò, il personale verrà formato sia da un punto di vista legale che psicologico. Così dichiara: “Ci possono essere situazioni di pronta emergenza da gestire nell’immediato oppure più delicate, se si tratta per esempio di donne vittime di violenza che hanno bisogno di ascolto e di essere accolte come farebbe un centro antiviolenza“.