Qualcuno sta annegando? Ecco i 5 consigli per salvare una vita
236 mila persone ogni anno muoiono per annegamento. Ecco cosa bisogna fare se vediamo qualcuno in difficoltà
Quali consigli diventano fondamentali per salvare una vita? Soltanto poche ore fa siamo venuti a conoscenza della storia della 19enne che la scorsa settimana è riuscita a Sabaudia a salvare 5 persone che stavano annegando. La giovanissima bagnina, utilizzando solamente salvagente baywatch, ha portato in salvo prima tre persone e poi, a fine giornata altri due bagnanti, in difficoltà per le forti correnti delle scorse ore. La giovane, dato curioso, era al suo primo giorno di lavoro.
I morti per annegamento
Una storia particolare che mette in luce la necessità di fare chiarezza su alcuni accorgimenti da tener presente quando ci si trova al mare o al lago, in questa torrida estate 2023. Bisogna intanto ricordare che gli incidenti sono tutt’altro che desueti. Secondo le statistiche, sono circa 236mila le persone che ogni anno muoiono per annegamento, per un totale complessivo di circa 2,5 milioni di morti solo dal 2013 ad oggi. Sono incidenti che avvengono in mare aperto o al lago certo, ma anche nei fiumi e in piscine alte pochi centimetri.
L’età più coinvolta in incidenti
A restare coinvolti più frequentemente in incidenti di questo tipo sono principalmente i bambini tra il primo anno d’età e i 4 anni. In seconda posizione, troviamo i piccoli appartenenti a una fascia d’età compresa tra 5 e i 9 anni. Sono i dati resi noti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in occasione della Giornata mondiale della prevenzione dell’annegamento, che ricorre il 25 luglio. L’annegamento è considerato inoltre la terza causa di morte per lesioni accidentali a livello mondiale. Nel nostro Paese, solo negli ultimi 3 mesi, le vittime sono state 20. Calcolando che un lasso di tempo che va dai 3 ai 6 minuti può risultare fatale ecco una lista di 5 consigli utili per soccorrere un eventuale bagnante che possa trovarsi in difficoltà, in piscina, al mare, al fiume o al lago.
Saper riconoscere una persona che sta annegando
Un primo consiglio utile riguarda il riconoscimento della probabile vittima. Generalmente, chi rimane coinvolto in questi incidenti è solito agitare le braccia. La vittima potrebbe ritrovarsi sott’acqua dopo pochissimi secondi, dunque è molto importante la capacità di interpretazione di questi segnali. In genere, una persona che sta annegando non riesce ad avanzare e galleggia dentro e fuori dall’acqua con la bocca sopra la superficie, in evidente difficoltà e incapace di gridare per il poco ossigeno a disposizione.
Sdraiarsi sul bordo di piscina o molo
Un secondo consiglio utile può riguardare il tentativo di salvare il bagnante, sdraiandosi sul bordo di piscina o molo. Bisogna intanto cercare di farlo, mantenendo una posizione stabile. Bisogna allungarsi verso la vittima e fare in modo che questa afferri braccio o dispositivo di salvataggio a nostra disposizione. Importante utilizzare un tono di voce alto e sicuro. E’ importante utilizzare la nostra mano dominante, per poter disporre di maggiore forza.
In piscina cerchiamo un bastone da pastore
Il terzo consiglio riguarda l’oggetto che spesso viene utilizzato sia come appiglio per il bagnante coinvolto in situazioni drammatiche, sia quello utilizzato per cercare di afferrare lo stesso, in caso di impossibile collaborazione. Ricordiamo che esso è sovente utilizzato sia in piscina che in lidi. E’ chiaramente importante prestare attenzione anche ad eventuali altre persone che potrebbero rimanere coinvolte. Le stesse non devono interferire con le operazioni di salvataggio.
E’ necessario puntare i piedi ponendosi a una distanza sufficiente dal bordo, per evitare rischi di cadute in acqua. Diviene fondamentale puntare l’estremità uncinata del palo in un punto utile per la persona in acqua o, eventualmente, utilizzare la stessa per avvolgere la vittima, attorno al busto o eventualmente sotto le ascelle. Evitare naturalmente la zona della testa e del collo.
Come utilizzare un dispositivo di salvataggio
Salvagenti, giubbotti o cuscini galleggianti, sono strumenti sempre presenti nelle stazioni dei bagnini. Quando lanciamo uno di questi dispositivi, dobbiamo porre attenzione a non mirare direttamente sulla figura della vittima, ma sarebbe bene oltrepassarla per poi far arrivare l’oggetto del salvataggio nei pressi della persona in pericolo. E’ chiaro che diventa importante tenere in in considerazione direzione di vento e correnti prima di lanciarlo. Soprattutto, è fondamentale informare la persona delle nostre prossime azioni.
Salvataggio a nuoto
Tenendo sempre presente che è bene allertare i soccorsi e attendere gli stessi, questa è l’ultima tecnica a disposizione che possiamo utilizzare per salvare qualcuno che sta annegando. E’ la più delicata, perché dipende anche dalla nostra capacità di saper nuotare. E’ importante non raggiungere direttamente la persona in difficoltà che sarà verosimilmente portata, in preda al panico, ad aggrapparsi a noi. Ecco perché diviene fondamentale l’ausilio di un dispositivo di salvataggio o di una maglietta da porgere alla vittima come oggetto a cui aggrapparsi per il recupero.