Quando si andava al bar per giocare al flipper
Una passione condivisa da molti italiani negli anni ’70 e ’80, quanta nostalgia nel ricordare gli indimenticabili flipper
Gli anni ’70 e ’80 sono stati decenni caratterizzati da un fervente desiderio di divertimento e intrattenimento. In un’epoca senza internet o giochi digitali avanzati, uno dei passatempi più popolari era giocare ai flipper. Queste macchine da sala giochi incantavano giocatori di tutte le età, portando con sé un mix di abilità, fortuna e fascino retro.
Al bar sotto casa
Chi ha avuto la fortuna di vivere quel periodo ricco di fermenti, non può non avere nostalgia di quando si recava al bar sotto casa per ordinare una gassosa, incontrare gli amici e giocare al flipper.
Dall’introduzione della moneta, bastavano 200 lire per avventurarsi, al lancio della pallina che decreta l’inizio del gioco, tutto era magico: i suoni, le luci, la biglia che spinta dalle palette attraversa e supera ostacoli, colpisce punti strategici che fanno vincere una seconda chanches, o schizzare il punteggio, senza dimenticare le spinte, lo scuotimento dell’apparecchio che spesso determinava l’interruzione del gioco, il tanto temuto tilt.
Quando il giocatore cercava di influenzare il gioco scuotendo o colpendo la macchina, il flipper “andava in tilt”, cioè si bloccava e interrompeva la partita. Il meccanismo del tilt serviva per impedire ai giocatori di manomettere la partita. Quando il piano da gioco veniva inclinato, lo stesso, la partita veniva interrotta, e il gioco andava in tilt.
L’età dell’elettronica
Negli anni ’70, l’introduzione dell’elettronica nei flipper ha segnato un cambiamento epocale. Le luci lampeggianti, i suoni elettronici e i display a cifre luminose hanno sostituito le meccaniche molle e il contatore meccanico dei punti. Questo nuovo stile ha reso i flipper più coinvolgenti ed emozionanti.
Uno dei flipper più iconici di questo periodo è stato il “KISS” della Bally, basato sulla famosa band rock. Questo flipper incorporava la musica dei KISS nel gameplay e rappresentava un punto di svolta nell’uso della musica nei giochi. Altri flipper famosi di questo periodo includono “Black Knight” e “Flash Gordon” della Williams, noti per le loro rapide azioni elettroniche e i temi affascinanti.
Competizione tra i giocatori
Gli anni ’70 e ’80 hanno visto anche l’emergere di competizioni di flipper, con tornei che si svolgevano in sale giochi di tutto il mondo. I giocatori si sfidavano per ottenere il punteggio più alto e dimostrare la loro abilità nel dominare le macchine. Queste competizioni hanno contribuito a elevare ulteriormente la popolarità dei flipper.
Il flipper è stato una passione condivisa da molti italiani negli anni ’70 e ’80. Queste macchine da sala giochi hanno catturato l’immaginazione di molte persone in Italia e hanno rappresentato una forma di intrattenimento coinvolgente e affascinante. I flipper spesso incoraggiavano una sana competizione tra gli amici.
Gareggiare per ottenere il punteggio più alto o cercare di superare gli altri giocatori era una parte essenziale dell’esperienza del flipper. Molti flipper avevano temi iconici basati su film, personaggi dei fumetti, band musicali o eventi storici. Questi temi rendevano ogni flipper unico e appassionante.
I flipper erano spesso situati in luoghi di ritrovo come bar, sale giochi e locali notturni. Questo li ha resi non solo un gioco, ma anche un’occasione per socializzare e fare nuove amicizie. Ottenere un alto punteggio richiedeva abilità e pratica, il che dava ai giocatori un senso di soddisfazione personale.
Fine di un’epoca
Verso la fine degli anni ’80, con l’avvento dei videogiochi arcade e delle console per la casa, i flipper hanno iniziato a perdere terreno come forma principale di intrattenimento.
Oggi, molte sale giochi tradizionali sono scomparse, ma è possibile trovare flipper vintage in luoghi dedicati o nelle collezioni private. Alcuni appassionati restaurano e mantengono queste macchine per preservarne la bellezza e la storia.
Togliere i video pocker e rimettere i flipper nei bar
Eppure sono in molti oggi a chiedere di rimettere i flipper nei bar e togliere i video pocker che dissanguano e basta. In definitiva si tratta di un gioco sano e divertente, adatto a tutte le età e anche ai bambini, niente a che vedere con le video-lottery che tanti problemi stanno causando al nostro tessuto sociale.
A un bar di Piacenza è tornato il flipper
Ritorno al passato per il bar Terzo Tempo di via Gorra a Piacenza, dove un flipper anni Novanta ha rimpiazzato le slot machine. Il titolare del bar stanco degli atteggiamenti di molti clienti, ha preferito rinunciare a “qualche migliaio di euro d’incasso all’anno derivato dalle macchinette” per fare spazio al “vecchio” biliardino elettrico, ormai sempre più raro negli esercizi pubblici.
“Non sopportavo più gli effetti tragici dei dispositivi, alla base di troppa tristezza e frustrazione per le persone. Così ho voluto reintrodurre un gioco divertente e alla portata di tutti, che sicuramente non fa rimpiangere la spesa di uno o due euro”, ha affermato il titolare del bar. Si tratta del flipper, per l’appunto, che è stato installato fra i tavoli del bar, aprendo una finestra sul tempo davvero nostalgica per i tanti over 40 che da giovani trascorrevano interi pomeriggi a colpire la biglia d’acciaio con le palette.
“Anch’io, quando ero un bambino – ricorda il barista -, passavo le giornate davanti al biliardino elettrico, provando una gioia incredibile”. Una felicità che il proprietario del locale di Piacenza vuole ritrasmettere ai giovani d’oggi (e non solo), in aperta contrapposizione al gioco d’azzardo. (Tratto dal portale del quotidiano di Piacenza, Libertà, liberta.it)
Queste macchine affascinanti e coinvolgenti hanno lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare, e i loro suoni, luci e sfide rimangono memorabili per chiunque li abbia giocati.
Alcune sale giochi e locali dedicati ai giochi vintage offrono la possibilità di giocare ai flipper storici, consentendo alle nuove generazioni di scoprire l’emozione di questo intrattenimento d’epoca. Il flipper rimarrà una parte nostalgica e affettuosa della cultura italiana degli anni ’70 e ’80.