Quella roulotte non doveva stare lì…
Santori e Giudici: “Sant’Egidio chiarisca e la smetta di fare marketing sociale”
E' scoppiata immediatamente la polemica in riferimento all'omicidio avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 febbraio perpetrato per mano di un 57indiano senza fissa dimora e accampato in una roulotte al Gianicolo, e a seguito del quale ha perso la vita un 33enne romano.
Oltre lo sdegno dei cittadini romani, arrivano le dichiarazioni piccate di alcuni esponenti politici. "La politica si deve chiedere se questi eventi possano essere evitati o meno – dichiara il consigliere regionale Fabrizio Santori – In questo caso quella roulotte non doveva essere lì".
Evidentemente – prosegue – "qualcuno non ha vigilato sul fatto che Via Garibaldi a Trastevere non può rappresentare un luogo di campeggio o, con ancora maggiore preoccupazione, se le roulotte che si trovano in tutta Roma sono protette dalle solite associazioni di solidarietà". Forse, questo qualcuno è lo stesso che "si straccia le vesti quando un immigrato viene aggredito e che oggi invece resta silente, anche di fronte al fatto che Sant’Egidio ha donato una roulotte a un indiano che avrebbe precedenti per lesioni e infrazioni alla legge sull’immigrazione" – conclude Santori.
A Santori, si affianca Marco Giudici, consigliere del Municipio XII di Roma Capitale. Che, assieme al suo collega, dichiara: "Di fronte all'omicidio del Gianicolo, S. Egidio ha responsabilità morali gravi, perché certe politiche di assistenzialismo non sono altro che operazioni di marketing sociale, considerando che, se volesse, S. Egidio potrebbe anche domani impiegare risorse adeguate a mettere fine alle realtà delle roulotte e dei camper disseminate su strada. Non essendo mai state ascoltate le nostre richieste di rimuovere roulotte e camper, abbiamo approfondito l'argomento e fatto delle scoperte interessanti che renderemo pubbliche entro breve tempo".
"La città – continuano Santori e Giudici – è disseminata di roulotte e camper che sono abusivi perché qualificati dal Testo Unico sull'edilizia (art. 3, lett. e.5) del d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380) come nuove costruzioni che generano una trasformazione urbanistico-edilizia del territorio. Interpretazione confermata dal Consiglio di Stato. Pertanto, chiediamo che la comunità di S.Egidio esibisca i permessi necessari per tutte le strutture che ha adibito ad abitazione di senza fissa dimora abbandonate sul territorio capitolino con il consenso dei municipi. In mancanza di questi permessi – concludono i due – S.Egidio trasgredisce la legge al pari dei cittadini disonesti e deve far scomparire le roulotte e i camper dal territorio, così eliminando il degrado e i pericoli connessi".
La sentenza del Consiglio di Stato cui Santori e Giudici fanno riferimento è la n.4214 del 24 luglio 2012, avente ad oggetto "l'installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati, e di strutture di qualsiasi genere, quali roulottes, campers, case mobili, imbarcazioni, che siano utilizzati come abitazioni, ambienti di lavoro, oppure come depositi, magazzini e simili, e che non siano diretti a soddisfare esigenze meramente temporanee".
Secondo la giurisprudenza, ai fini del rilascio della concessione edilizia, si deve parlare di "nuova costruzione" in presenza di opere che comunque implichino una stabile – ancorché non irreversibile – o una trasformazione urbanistico-edilizia del territorio preordinata a soddisfare esigenze non precarie del committente sotto il profilo funzionale e della destinazione dell'immobile.