Quelle ombre sulle concessioni degli impianti sportivi a Roma
Dopo Affittopoli rischia di scoppiare il caso “Impiantopoli”? La denuncia del M5S Roma e dell’associazione CarteinRegola
Impianti sportivi a Roma: dopo Affittopoli, potrebbe scoppiare il caso “Impiantopoli” o “Sportopoli”. Sì, perché “quasi la metà degli impianti è oggi gestito ‘abusivamente’ dato che le concessioni sono scadute”. E alcune delle nuove concessioni, “stipulate nel 2012” hanno una scadenza che risale al “2011”. Altre concessioni ancora, “stipulate nel 2006, iniziano a decorrere dal 2018”. Ancora, ci sono “concessioni della durata di quasi mezzo secolo, ma da Regolamento non si possono superare i 30 anni”.
Ci sono poi le concessioni da “2 milioni di euro l’anno mai riscossi” e altri per canoni di “51 euro l’anno”. E ci sono anche quelle di impianti che “non erano su area del Comune”. Alcuni impianti sono registrati, infine, come “sedi legali di associazioni, prima ancora che quell’impianto sia stato loro concesso”.
I dati sono forniti dal Movimento 5 Stelle Roma. I consiglieri Marcello De Vito, Daniele Frongia, Virginia Raggi ed Enrico Stefàno hanno illustrato i risultati di una ricerca sul patrimonio immobiliare capitolino, “compreso quello relativo agli impianti sportivi” – fanno sapere – censito dalla Commissione presieduta dallo stesso M5S (qui i dettagli).
Partiamo dal principio. Sul sito del Comune di Roma (qui), sono stati pubblicati i disciplinari di concessione stipulati con le Associazioni Sportive a cui è affidata la gestione dei circoli e degli impianti sportivi pubblici di Roma Capitale, nel rispetto dell’art. 23 della Legge sulla Trasparenza della Pubblica Amministrazione. La pubblicazione è stata il risultato di una lunga azione dell’associazione CarteinRegola, che tramite il suo gruppo di lavoro sul patrimonio ha presentato una richiesta di accesso civico e che pertanto si è battuta al fine di ottenere trasparenza in merito alla questione in analisi. “Si può così verificare che molte concessioni scadute, in base al Regolamento per gli Impianti Sportivi di proprietà Comunale sono state rinnovate con lunghe (anche decine di anni!) proroghe, che hanno trasformato di fatto la gestione di un impianto sportivo pubblico a servizio della collettività in una gestione monopolistica riservata agli stessi gestori per anni e anni”, denunciano gli esponenti dell’associazione sul loro sito.
“Dalla consultazione dei disciplinari di concessione si possono scoprire ‘particolari’ e ‘interessanti’ casi di disomogeneità”, continua l’associazione. “In molte situazioni si tratta di impianti o di circoli in cui è necessario effettuare interventi di manutenzione ordinaria e sostenere ingenti spese per opere di manutenzione straordinaria, e molte volte i bandi per l’affidamento degli impianti sportivi sono andati deserti”, proseguono, “manca ancora, tuttavia, una ‘fotografia’ omogenea degli impianti che ne evidenzi con chiarezza: la consistenza, lo stato di manutenzione, i servizi erogati, le tariffe praticate e le facilitazioni previste, l’accessibilità ai disabili, i corsi suddivisi per fasce di età, la raggiungibilità (con i mezzi pubblici). E manca, soprattutto, un’informativa chiara e trasparente sul procedimento di autorizzazione ed esecuzione dei lavori di straordinaria manutenzione che sono alla base delle proroghe delle concessioni (e che a volte superano anche i 30 anni previsti da Regolamento). E’ fondamentale prevedere un’informazione chiara sul’importo e sulla tipologia di lavori straordinari previsti e autorizzati negli impianti, lo stato di avanzamento degli stessi, l’avvenuto collaudo. In questo modo i cittadini-utenti possono verificare di persona se e come vengono spesi soldi pubblici ed eventualmente segnalare irregolarità agli Uffici competenti”.
Tra le incongruenze rilevate da CarteinRegola, alcune concessioni prorogate in barba alla normativa che le esclude, altre scadute che pur tuttavia continuano a essere in mano al precedente affidatario (qui tutti i dettagli). Complessivamente, “da Veltroni in poi, parliamo di un danno, per le casse del Comune, di circa 40miliioni di euro, morosità stimata negli ultimi 12 anni, almeno 80%”, denunciano infine i consiglieri M5S.