Ragazzo trovato morto nel Brenta, forse Ahmed è stato spinto al suicidio
Henry Amadasun, 18enne di origini nigeriane lo scorso settembre si lanciò dallo stesso punto sul fiume Brenta
Era scomparso giovedì sera, prima aveva lasciato un drammatico messaggio vocale alla ex fidanzatina: “Penso che morirò”. La ragazzina spaventata ha comunicato le allarmanti affermazioni alla famiglia di Ahmed Joudier. E così sono partite le ricerche che hanno portato al ritrovamento del cadavere del ragazzo, nel fiume Brenta.
Qualcuno degli amici sa qualcosa sulla morte di mio figlio”. Ne è sicura Latifa Benijane, madre del 15enne Ahmed Joudier, padovano di origini marocchine.
Per lei, così come per l’altra sua figlia di 17 anni, il ragazzo non si è tolto la vita dal dolore per essere stato lasciato dalla fidanzatina ma è stato spinto da qualcuno. Dopo aver aperto un fascicolo per sequestro di persona, ora il pm Andrea Girlando ha modificato l’ipotesi di reato in istigazione al suicidio proprio per allargare il campo delle ipotesi di reato.
Ragazzo trovato morto nel Brenta: le parole della sorella
Qualcuno sa la verità su mio fratello dice la 17enne, “Ma non parla perché ha paura delle conseguenze e della polizia, Ahmed non si sarebbe mai ucciso, aveva dei progetti, voleva trovare un buon lavoro, in passato aveva detto di voler diventare poliziotto, qualcuno lo ha spinto a suicidarsi”. E poi: “Noi non ci fermiamo, andremo avanti fino a quando la verità non verrà fuori”. Lo ha affermato su Il Corriere della Sera.
Nuova ipotesi di reato: istigazione al suicidio
L’ipotesi di reato è stata modificata in istigazione al suicidio. E l’anno scorso, in quel tratto di fiume, un altro ragazzo si è lanciato dallo stesso punto: per le famiglie tra i due casi ci sono troppe inquietanti similitudini.
Si è fatta avanti la famiglia di Henry Amadasun, il 18enne morto l’anno scorso nello stesso punto. “Credo che le due storie siano legate”, dice sindaco di Cadoneghe. Si fa avanti il sospetto di una baby gang che prende di mira giovani fragili.