Raggi: se una cosa è giusta ci vuole “il coraggio di essere impopolari”
Una questione cruciale che implica una doppia sfida. Progetti precisi per i politici. Maggiore consapevolezza da parte dei cittadini
Una dichiarazione molto interessante, quella che Virginia Raggi ha rilasciato ieri sera durante le dichiarazioni di voto che hanno preceduto l’approvazione del bilancio di previsione di Roma Capitale, per il triennio 2019-2021.
“Dobbiamo lavorare su una visione di città: Roma è una delle città più vaste d’Europa ed è grande come 8-9 città italiane. L’impopolarità me la prendo io, non è un problema, ma Roma ha bisogno di qualcuno che abbia il coraggio di essere impopolare per prendere provvedimenti giusti anche se, appunto, impopolari”.
Detto in altri termini: bisogna passare dall’inseguimento spasmodico al consenso immediato, come fanno i politici (o i politicanti) di mestiere, alla ricerca di un’adesione di più vasto respiro. In linea di principio è un approccio senz’altro condivisibile, ma che esige la massima chiarezza sugli obiettivi da conseguire e sui percorsi necessari per raggiungerli.
Ciò che la sindaca definisce “visione” va tradotto in un progetto dettagliato. E verificabile. I cittadini devono sapere in anticipo dove ci si sta dirigendo e le conseguenze che ne deriveranno. Non solo nelle linee generali, ma proprio nelle ripercussioni concrete e quotidiane.
Fatalmente ci saranno dei pro e dei contro, dall’ammontare dei tributi comunali alla regolamentazione del traffico privato, dalla gestione dei rifiuti all’erogazione di maggiori o minori servizi sociali. Ma al posto di uno stillicidio di singoli provvedimenti, che per forza di cose vengono percepiti in maniera separata e che perciò tendono a suscitare reazioni che prescindono dal quadro complessivo, ci sarebbe finalmente una prospettiva a tutto campo. Che permetterebbe di capire come il “danno” in un determinato ambito sia in effetti il contrappeso, o la contropartita, di un miglioramento di carattere generale.
Parola d’ordine: precisione
Bisogna essere estremamente netti, però. Un progetto come quello che stiamo evocando non può limitarsi a delle formule generiche, benché apparentemente dettagliate, come quelle che erano contenute nel programma elettorale della stessa Raggi.
Ci vuole qualcosa di ancora più stringente.
Riguardo ai rifiuti, per esempio, il Punto 2 di quel documento indicava “Le tre priorità” e le definiva così: piano di efficientamento di AMA S.p.a; estensione della raccolta differenziata domiciliare in tutta la città, in base alle specifiche caratteristiche dei quartieri; programma di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti di trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati e realizzazione di nuovi impianti per i rifiuti urbani differenziati.
Naturalmente non stiamo dicendo che sia facile, soprattutto quando obiettivamente – come nel caso del MoVimento 5 Stelle che si candidava alla guida della città nel 2016 – non si abbia una piena conoscenza dall’interno della macchina amministrativa comunale. Ma anche per noi vale in qualche modo lo stesso approccio rivendicato dalla Sindaca. Non vogliamo fermarci all’oggi, ma guardare oltre. Una buona iniziativa, allora, sarebbe che Virginia Raggi e i suoi riprendessero il programma elettorale e lo integrassero con tutto ciò che è emerso nel frattempo.
Un aggiornamento. Un miglioramento. Un impegno più preciso sul futuro.