Ranucci: “Tutto quello che Report ha svelato sulla gestione del Covid”
Report, il programma condotto da Sigfrido Ranucci: dalle discoteche sarde alla partita a San Siro, i gravi errori e responsabilità nella gestione pandemica
Ieri, 9 novembre, un’altra puntata della nuova stagione di Report ci ha mostrato i retroscena più sconvolgenti nella gestione italiana della pandemia da Sars-Cov-2. Sigfrido Ranucci, ci parla oggi di ciò che le inchieste del suo programma hanno svelato.
“Abbiamo mandato in onda la testimonianza inedita di un uomo politico, responsabile di Forza Italia nel Consiglio Regionale della Sardegna che ha ammesso di aver fatto pressioni per mantenere le discoteche aperte nei giorni tra il 9 e il 15 agosto. Non solo per non far perdere incassi alle più ricche discoteche dell’isola. C’erano contratti in ballo con le star del divertimento, dj celebri, penali da pagare che sarebbero costate centinaia di migliaia di euro. Su questo si è scatenato il putiferio: oggi in Sardegna ci sono scritte come “avete preferito il Billionaire alla nostra Salute.
Report, le parole di Sigfrido Ranucci
Io vorrei che la politica si riappropriasse del proprio ruolo di responsabilità e servizio ai cittadini.
Poi abbiamo mostrato come una partita come Atalanta-Valencia abbia impattato nella diffusione del Covid-19.
Abbiamo infatti mostrato un documento inedito con i luoghi dove tifosi avevano acquistato i biglietti e quella mappa corrisponde in maniera inquietante con il flusso di contagi del virus nella bergamasca. Una sovrapposizione ancora più inquietante a 30 giorni dalla diffusione del virus. È emerso che un tifoso su 5 dei 36mila è poi rimasto coinvolto nella malattia.
Ma i documenti più importanti riguardano lo scambio di e-mail tra alcuni manager della sanità lombarda nelle quali il responsabile dell’azienda Bergamo Est chiedeva aiuto all’Unità di crisi della Regione Lombardia per ricevere al più presto i caschi ad ossigeno per salvare vite umane. Dopo due giorni ci si rende conto che quell’ordine non era stato fatto perché qualcuno si era dimenticato. Questo ha portato a ciò che un medico non vorrebbe mai fare cioè scegliere tra chi abbandonare al proprio destino e chi curare.
Un’Italia impreparata alla seconda ondata
È emerso in sostanza che l’Italia non era assolutamente preparata alla seconda ondata della pandemia e che i provvedimenti più basilari come l’aumento dei posti letto, l’assunzione di medici e infermieri, non è stato fatto. Una mano poteva darcela Immuni, la app di tracciamento ma non ha funzionato anche a causa dei numerosi casi di falsa positività o falsa negatività che rivela.
Abbiamo provato anche come la rete delle segnalazioni dei positivi sia tropo facilmente perforabile. È stata alterata da un attacco hacker semplicemente registrando con una sorta di gettone una replica di positivi fittizi”.