Regionali 2020, come incideranno l’aggressione a Salvini e il caos scuola?
I sondaggi danno il centrodestra favorito in 4-5 Regioni, con la rossa Toscana in bilico. Ma secondo Mentana questi episodi a ridosso delle elezioni possono spostare gli equilibri
C’è un sottile filo rosso-nero (e i colori non sono casuali) che collega le Regionali 2020 ai destini del Governo Conte bis. Non nel senso che la tornata elettorale possa determinare la caduta dell’esecutivo – evento poco probabile ancorché non da escludere categoricamente. Tuttavia, l’esito del voto potrebbe assestare uno scossone molto deciso agli equilibri della maggioranza rosso-gialla. E tale esito potrebbe essere influenzato, forse anche in modo decisivo, da un paio di particolari eventi di cronaca.
Verso le Regionali 2020
Manca ormai una decina di giorni alle Regionali 2020, che si terranno il 20 e 21 settembre prossimi assieme al referendum sul taglio dei parlamentari. Benché la situazione, com’è naturale, sia in continua evoluzione, i sondaggi delineano un quadro piuttosto chiaro in alcune Regioni, dove non sembrerebbe esserci partita.
In Veneto soprattutto, dove il Governatore uscente, il leghista Luca Zaia, dovrebbe essere confermato per un terzo mandato con un consenso bulgaro. Addirittura, alcune rilevazioni lo accreditano di percentuali superiori all’80%.
Meno netto, ma ugualmente importante, anche il solco scavato da altri due Presidenti uscenti, quello ligure Giovanni Toti e quello campano Vincenzo De Luca. Il primo, sostenuto dal centrodestra, sarebbe avanti di oltre 22 punti sullo sfidante Ferruccio Sansa nell’unica Regione in cui M5S e Pd presentano un candidato unitario. Più o meno lo stesso vantaggio dell’ex sindaco sceriffo, esponente del centrosinistra, sul rivale Stefano Caldoro. Distanze difficilmente colmabili, benché il Governatore della Campania sia stato recentemente indagato per falso e truffa dalla Procura di Napoli e dalla Corte dei Conti.
Poi ci sono le Regioni in cui la partita è più aperta. A partire dalle Marche, dove pure il candidato di FdI, Francesco Acquaroli, avrebbe un margine di oltre 13 punti percentuali sul sindaco di Senigallia, il dem Maurizio Mangialardi. Decisamente più in bilico la Puglia e la Toscana, dove il distacco tra i principali contendenti è talmente risicato da rientrare nel margine di errore.
Eventi che possono spostare gli equilibri
Questo lo stato dell’arte, eppure a volte basta poco per sparigliare le carte. Per esempio, secondo alcuni analisti sul risultato dell’Emilia-Romagna influì la boutade del segretario leghista Matteo Salvini che citofonò a un tunisino per chiedergli se spacciasse.
Ora il Capitano è stato – suo malgrado – protagonista di un episodio del tutto diverso, in quel di Pontassieve, nella rossa Toscana. Dove una ventenne di origini congolesi lo ha strattonato, strappandogli la camicia e il rosario che il leader del Carroccio aveva al collo.
La Questura ha parlato di una persona «in evidente stato di alterazione psico-fisica», il che fa pensare che ci possa essere un’epidemia in corso. In ogni caso, Enrico Mentana, direttore del Tg La7, ha commentato il caso lanciandosi in una previsione affatto banale o scontata. «Rischia di essere, a parti invertite, un episodio chiave come la scena del citofono a Bologna».
Soprattutto dopo che Paolo Diop, responsabile nazionale immigrazione di FdI, ha espresso la sua solidarietà all’ex Ministro dell’Interno. Un atto molto significativo, anche se il politico maceratese è noto per le sue posizioni “controcorrente”.
A complicare ancora di più il quadro c’è poi la riapertura delle scuole, fissata per il 14 settembre nonostante lo scetticismo dell’Associazione Nazionale Presidi. La ripresa è infatti avvolta nel caos, e queste difficoltà – che per giunta arrivano a ridosso delle elezioni – potrebbero spostare ulteriormente gli equilibri. Con conseguenze imprevedibili, soprattutto se il Partito Democratico dovesse perdere la roccaforte toscana.
Regionali 2020, le conseguenze per il Governo
Con tutto ciò, è poco probabile che il risultato delle Regionali 2020 determini la caduta del Governo. Lo hanno detto – mettendo le mani avanti – vari esponenti dell’esecutivo, a cominciare dal bi-Premier Giuseppe Conte. Ma lo ha affermato anche un insospettabile come lo stesso Salvini.
Eppure, ancora Mitraglietta ha espresso dubbi su uno scenario che escluda categoricamente contraccolpi nella coalizione di Governo. Soprattutto se la performance del candidato unico in Liguria dovesse essere particolarmente deludente.
A quel punto, qualcuno degli azionisti di maggioranza dell’esecutivo potrebbe anche decidere di staccare la spina a Giuseppi, anche in considerazione dell’esito del referendum confermativo. Ma è più probabile che, se dei cambiamenti avverranno, non saranno così drammatici – magari un rimpasto. Dopotutto, è questione di sopravvivenza. E di paura del Reddito di cittadinanza, ça va sans dire.