Regione Lazio, la Democrazia Cristiana ha scelto il nuovo Governatore
L’intervista ad Andrea Turco, membro della Direzione Nazionale e Commissario dell’impegnativo Municipio X di Roma
Ormai è un fatto certo che, nell’Italia del bipolarismo imperfetto, che sia di destra o di sinistra, una volta “elevatasi” a guida di governo, qualunque forza politica, volente o nolente avrà la necessità di spostare la linea immaginaria degli input legislativi verso il Centro.
Le prime settimane del Governo Meloni sono la conferma più plastica della real politic in chiave centrista, oggi stretta dalla egemonia di Strasburgo e dal globalismo finanziario, ieri dall’influenza post bellica degli Stati Uniti d’America che, in zona Cesarini, avevano trasformato una disastrosa sconfitta in una storica liberazione dal Nazi Fascismo.
Abbiamo quindi voluto sentire, chi, il Centro lo vuole ricostruire nel nome storico della Democrazia Cristiana, senza doversi preoccupare della consueta retorica moralista esplosa dopo l’epopea di Mani Pulite.
L’intervista ad Andrea Turco
Non a caso, la nostra attenzione è andata ad un giovanissimo Andrea Turco, oggi membro della Direzione Nazionale e Commissario dell’impegnativo Municipio X di Roma (Ostia) e prossimo candidato alla consiliatura della Regione Lazio nelle elezioni del 12 e 13 Febbraio.
Sono diversi anni e da più parti che le iniziative di ricostituzione della Democrazia Cristiana tentano di riacquisire un ruolo primario nella centralità politica del Paese, a che punto siamo?
Le sentenze sono state chiare, aggiudicano in forma inequivocabile la elezione di Renato Grassi del 2018 a Segretario Nazionale del Partito. Gli organismi di partito sono stati eletti nello stesso Congresso e ora, siamo impegnati nella direzione del Congresso Nazionale che si terrà i primi di Marzo 2023.
La ricomposizione di questa area – comprendiamo – sia uno dei più difficili progetti da rendere all’Italia e in forma particolare alla Regione Lazio che versano in pessime condizioni socio educative, socio economiche, sanitarie.
Democrazia Cristiana, il punto sulle Regionali nel Lazio
Appunto la Regione Lazio. Con aspettative e prerogative intendete affrontare questa importante tornata elettorale?
Attendiamo di raccogliere il 7% del consenso elettorale, sulla scia dell’impegno di Totò Cuffaro nella Regione Sicilia. D’altronde possiamo dire di essere soddisfatti del risultato siciliano del 2022 che ha permesso l’elezione di cinque On. Deputati nell’ARS.
Sulla scia siciliana dobbiamo tessere le fila di un Nuovo Rinascimento italiano, che faccia emergere le menti eccelse della ‘industria intellettuale’. Questo significherebbe indurre un ampio respiro per l’Italia distratta dall’era delle fake news, del pilotaggio del pensiero, del social network, della falsa possibilità che un rapporto umano si possa sostituire con un rapporto virtuale.
Nell’Era del Nuovo Rinascimento, ovviamente, dobbiamo far emergere nuovi modelli da seguire e nuove regole da rispettare.
Indubbiamente la Sicilia detiene il primato della vostra attuale rappresentanza, con 5 deputati ed il 6,5% dei voti. Altrettanto indubbio il fatto che tale successo debba essere ascritto alla linea dettata dal Commissario Regionale Totò Cuffaro e al suo rinnovato impegno dopo le note vicende giudiziarie. Al di là della piena legittimità dell’opera e della sicura capacità strategica del Cuffaro politico, c’è forse la volontà di un ritorno al passato?
Tutt’altro. Lavoriamo per una nuova epoca di benessere basata sulle ideologie a cui facciamo riferimento. Quelle stesse ideologie che hanno comportato la nascita della CEE che, attraverso intellettuali e politici di pensiero derivato dalla dottrina sociale cristiana, hanno indicato un percorso che ha garantito settant’anni di pace, progresso societario, sviluppo economico e civile.
Per fare ciò abbiamo già discusso ed elaborato un programma per le Regionali del Febbraio 2023 che nei prossimi giorni verrà sottoposto al corpo elettorale.
Avete un progetto chiave per costruire un percorso volto in questa direzione?
Abbiamo sicuramente chiaro il progetto che riguarda – in rapporto alla ‘conditio sin equa non’ – il territorio che vive problematiche urgenti attinenti alla mobilità sostenibile, il rapporto che ci deve essere fra Creato e rispetto del Creato (quindi impatto ambientale), un piano di edilizia popolare pubblica, un piano di reinserimento societario per chi ha subito condanne, la facilitazione della burocrazia (informatizzazione della P.A.), ma anche piani di sviluppo economico basati sulla maggiore equità sociale, con il patrocinio della Regione per le Imprese Sociali; l’inserimento lavorativo dei giovani attraverso il servizio civile (retribuito a 780 euro, finanziato quindi con il reddito di cittadinanza).
Il sostegno a Francesco Rocca
Il Terzo Polo di Renzi e Calenda sembra la componente maggiormente evocativa della DC della Prima Repubblica. Nell’attuale scacchiere parlamentare, ci sono personaggi o partiti di riferimento presenti o futuribili?
Questo dipende molto da loro, specialmente dalla volontà di Renzi (ed altri) che, almeno per Storia, dovrebbero attenersi a queste ideologie. Altro è per Calenda.
In ogni caso, entrambi hanno già fatto una scelta: andare con la sinistra.
Dunque alla Regione Lazio tra D’Amato e Rocca?
Confermo quanto già dichiarato in una nota stampa sul sostegno convinto al candidato di centro-destra Francesco Rocca; in rapporto alla nostra storia che non può – di certo – essere mai compromessa.